Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
Film meta-cinematografico e ultimo divertimento dei fratelli Coen, Ave, Cesare! è un film di critica allo star system hollywoodiano molto ironico e pungente ma che non riesce a nascondere il suo amore per un certo cinema del passato, seppur depurato da qualsivoglia nostalgia retrò, e che quindi ne ridimensiona la graffiante satira per stemperarla invece in un'opera parodistica e di costuma dal sapore forse un pò troppo estemporaneo.
Tra fondali finti e improbabili riproduzioni di pellicole d'epoche, non ha caso di generi cinematografici ormai scomparsi ma imperanti negli anni'50 (dai "sandaloni" biblici ai western, dai film "acquatici" alla Esther Williams ad improbabili melodrammi d'autore per finire ai musical cantati e ballati da classico MGM), i fratelli Joel & Ethan Coen ci ricordano di come la fabbrica dei sogni da sempre nutra di finzione e di falsità il proprio pubblico non solo davanti ma anche dietro lo schermo, indipendentemente da come ne sono cambiati i costumi o i gusti (oggi gli scandali delle star non si nascondono ma si costruiscono ad arte), e lo fanno in modo enfatico ed esagerato a partire dalla recitazione brillante ma anche manieristica dei suoi stessi attori, con un casting ricchissimo che comprende Josh Brolin, George Clooney, Alden Ehrenreich, Scarlet Johanson, Jonah Hill, Channing Tatum, Tilda Swinton, Ralph Fiennes ecc. ecc., tutti comunque incredibilmente in parte e capaci di ironizzare anche sul proprio ruolo di attore (mostrati come goffi e stupidi, arroganti e/o perfino incapaci ma comunque prontissimi a farsi abbindolare dai più improbabili dei mistificatori: i comunisti!) e sulle attrattive di un mondo immaginario realizzato, allora come oggi, dalle persone più improbabili e fasulle del pianeta.
Mi è anche piaciuto l'espediente della voce narrante che, in perfetto stile "noir" degli anni'40 (altro genere cinematografico preso così alla berlina dalla pellicola), cerca ironicamente e in modo fin troppo pomposo di creare suspense e apprensione in una vicenda che di apprensivo, in realtà, non ha assolutamente niente.
Ulteriore avvertimento per il pubblico che niente di tutto quello che ci viene raccontato su schermo (ma anche dietro) è e sarà mai davvero reale.
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