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Ave, Cesare!

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Ave, Cesare!

di Springwind
5 stelle

Un film assolutamente inutile

I fratelli Coen ci hanno ormai abituato a tre tipi di film: 1) capolavori assoluti (Barton Fink, Il grande Lebovski, L'uomo che non  c'era, Serious Man); 2) stupidaggini (Burn After Reading); 3) fim inutili (Prima ti sposo, poi ti rovino; Ladykillers) [Chi legge può inserire a piacimento in una di queste tre casistiche le altre pellicole dei Coen]. A giudicare dal trailer, Ave, Cesare sembrava appartenere al gruppo 2): sciocchezze sull'orlo del nonsense e comicità americana, di grana grossa. Invece, quest'ultimo prodotto dei Coen è decisamente da ascrivere al gruppo 3) : anzi, potrebbe diventarne il modello perfetto, il capogruppo. Raramente sarà dato vedere un film più inutile: non brutto; non stupido; non noioso. Semplicemente, inutile. Inutile la storia, ambientata negli studios hollywoodiani degli anni Cinquanta, esile pretesto per una serie di riferimenti al cinema del tempo (generi oggi pressocchè dimenticati, o comunque apprezzati solo da pochi, attempati, estimatori o da cinefili incalliti e un po' snob: il polpettone biblioco; il peplum; le follie acquatiche, il western con canzoni al chiaro di luna; il musical con coreografie acrobatiche (e ammiccamenti gay, piuttosto anacronistici); la commedia ambientata nell'alta società. Inutile lo spreco di talenti per insulsi camei: da Jonah Hill a Scarlett Johansson, che non dicono più di dieci parole tra tutt'e due, a Ralph Fiennes e Tilda Swinton, che sembrano la caricatura di se stessi, così come li abbiamo visti in Grand Budapest Hotel. Si salva solo Josh Brolin, protagonista assoluto di una vicenda senza capo nè coda, che inizia e termina come un noir, ma di nero non ha proprio nulla. Ah, c'è anche George Clooney, che per tutto il film si aggira col gonnellino da antico romano, e non si capisce se sia o faccia lo stupido. Ma del resto, tanto per cambiare (gli era già successo in altri film dei Coen), si trova coinvolto nell'episodio più assurdo del film: il rapimento di una star da parte di un gruppo di sceneggiatori comunisti.

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