Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
Hollywood, 1951: grattacapi a non finire per Eddie Mannix, un produttore esecutivo che deve mediare le bizze delle star, far quadrare i tempi di lavorazione, frenare le furie dei registi, forse ancor più primedonne dei divi, svicolare tra le regine del gossip. E se ci si mettono dei rivoluzionari comunisti, che rapiscono la star numero 1, allora sì che i guai aumentano: e pensare che sono capeggiati da qualcuno di insospettabile.... Ancora un film sul mondo del cinema, a venticinque anni da "Barton Fink", ma si può dire che ne sia il controcanto "luminoso", rispetto al grottesco virato in cupo thriller sul finale, della pellicola con John Turturro: i Coen Bros. prendono di mira religiosi, rivoluzionari "à la page" ( però, pensando a quante vite rovinate dal maccartismo, si rischia di sfiorare il cattivo gusto...), la fatuità dello star-system, con un lavoro scritto con ironia sapida, dipingendo un quadro d'insieme, alla fine, anche caritatevole, visto che il pavido divo qualcosa di umano assorbe, dopo l'esperienza del rapimento, e appare convinto del discorso umanista che il proprio personaggio fa nel finale del lungometraggio che sta girando. I numeri di musical sono, è vero, ben più che un riferimento alla fase più conservatrice di Hollywood, ma anche la più sognante e mai più così macchina dei sogni: e sono sequenze di uno splendore visivo abbagliante, una gioia per l'occhio. A conti fatti, pur divertendoci, viene anche da pensare che pare tutto un divertissement con un umorismo tutto in punta di penna, fatto di strizzate d'occhio, ammiccamenti, ma che ci sia più ragionamento che slancio, ed una freddezza generale, fin troppa, permea l'intero lavoro. Un cast che dà un ottimo contributo è un valore aggiunto, ma che i Coen sappiano scrivere e dirigere gli attori, è cosa solida e risaputa.
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