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Ave, Cesare!

Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su Ave, Cesare!

di champagne1
7 stelle

Prima dell'avvento della mefistofelica Televisione, il Cinema andava alla grande e negli studi della Capitol Pictures fervono le produzioni più diverse, dal colossal storico-religioso,  al musical, ai film acquatici, alla commedia d'Autore. A tutto ciò presiede e sorveglia Eddie Mannix (interpretato da un grande Josh Brolin), che cura le pubbliche relazioni della Major, coccola  o maltratta (asseconda dei casi) i viziati artisti, e tesse la tela della reputazione esteriore delle sue star e starlette. E' un lavoro faticoso e che lui ama, ma da cui è anche tormentato; sa di stare trascurando la propria famiglia, ma in fondo è perché sta facendo qualcosa di valore o invece sta sprecando energie per un mondo di plastica?

Questa è la prima chiave di lettura: il dramma interiore di un uomo che cerca il senso del "giusto" nella sua vita (come emerge nel dialogo col Padre confessore) pur senza apparentemente affrontare i grandi temi dell'esistenza.

 

Ma poi sotto questo impianto intimistico, c'è tutta la nostalgia dei Fratelloni di ricordare i momenti d'oro di quella Hollywood pacchiana e destinata alla estinzione, ma vivace e piena di gag. Un ricordo che i Cohen svolgono a volte con ironia, ma anche col rispetto che si deve a chi lavorava con spirito artigianale e produceva spesso dei capolavori. In molte scene si va a indugiare a lungo sui set, creando quella condizione di "cinema nel cinema" nel quale - oltre ad ammirare la scena in sé - viviamo il mondo del dietro le quinte e si va a sbirciare nel rapporto fra  regista e attori, nella evoluzione di scenografie e coreografie o perfino nella colonna sonora realizzata da un'orchestra in piscina.

 

Tanti episodi solo vagamente collegati si sviluppano nel tempo; ma le mie preferite sono il rapimento della grande star da parte degli scenografi "comunisti" (in perfetta epoca Maccartysta), guidati nientemeno che dal filosofo Herbert Marcuse, con la fuga liberatoria del ballerino nel sommergibile sovietico; e la riunione di lavoro in cui i rappresentanti delle religioni monoteiste (un rabbino ebreo, un prete cattolico, un pope ortodosso ed un pastore protestante) si mettono a discutere della sceneggiatura di un film sulla figura di Cristo, con gli attesi ed inevitabili debordamenti.

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