Regia di John Wells vedi scheda film
Lo chef à la page Adam Jones ha un grande avvenire alle spalle, dato che ha mandato a rotoli vita e successo professionale con eccessi di ogni tipo, e vuole ricominciare, dopo essersi bruciato a Parigi ( il titolo originale, "Burnt", appunto rimanda sia al difetto in cucina che all'essersi rovinati), a Londra, risalendo la china e riconquistando il prestigio avuto un tempo: ma il passato pesa, e non è detto che le buone intenzioni portino per forza a un traguardo. Dramedy girata da John Wells dopo la buona affermazione de "I segreti di Osage County", "Il sapore del successo" è stato il secondo film di scarso successo commerciale infilato da Bradley Cooper dopo il trionfo di "American sniper". Eppure le premesse per vincere la scommessa al botteghino c'erano eccome, dato che in tv trasmissioni come "Master Chef" e "Cucine da incubo" viaggiano a mille, e il cast è ben fornito, anche da star che si accontentano di ruoli defilati, come Emma Thompson, o di partecipazioni appena più lunghe di un cameo, come Uma Thurman. Il problema de "Il sapore del successo" è, semmai, la forte prevedibilità della trama, e di fin troppi ricorsi a clichès risaputi per descrivere un'ennesima parabola di caduta e ripresa di un personaggio per niente facile di carattere, come i cuochi descritti come fanatici, il passato burrascoso con cui si devono fare i conti e le frequentazioni pericolose, gli opposti che si attraggono eccetera. Nel cast, quello maggiormente in forma pare essere Daniel Bruhl, mentre da Wells, pur apprezzando la sapienza con cui dirige gli interpreti, ci si aspettava qualcosa di più che un film diligente, ma poco ispirato.
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