Regia di John Wells vedi scheda film
TFF 33 Festa mobile.
Negli ultimi anni in televisione impazzano sempre più i programmi a sfondo culinario, la figura dello chef è diventata sempre più conosciuta, temuta e rispettata, mentre al cinema l’argomento non ha mai avuto grande fortuna fatte salvo rare eccezioni (la prima che mi viene in mente è “Ratatouille”, 2007).
Prova ad invertire questa tendenza John Wells con un film che sa come gettare l’amo per conquistare il pubblico anche se poi si rivela fin troppo fallace.
Dopo un periodo di oblio, passato ad espiare le proprie colpe, lo chef Adam Jones (Bradley Cooper) si sente finalmente pronto per tornare in pista.
E’ una strada ad ostacoli, ma anche se con difficoltà riesce a costruire un buon team di lavoro che lo deve aiutare a raggiungere il suo obiettivo, ovvero conquistare le tre stelle Michelin.
Intanto il passato bussa alla sua porta mettendogli i bastoni tra le ruote.
Successi clamorosi e tonfi fragorosi segnano la vita di Adam Jones, uno chef sopraffino dal carattere tumultuoso e di difficile gestione come poi capita spesso a chi eccelle in qualche qualità.
Si tratta di una parabola, con intoppi e fortune, di un ritorno in scena piuttosto scaltro, con la sceneggiatura che si erge protagonista nel bene e nel male.
Spiccano i dialoghi, veloci, con battute sempre pronte all’uopo, un umorismo di immediata ricezione che possiede il merito di arrivare laddove si prefigge, al contrario l’evoluzione narrativa è di una prevedibilità sconvolgente oltre che anche un po’ spericolata.
Adam si trasforma troppo velocemente da sergente maggiore di “Full metal jacket” al capitano coraggioso e prodigo di consigli de “L’attimo fuggente”, ma soprattutto la direttiva finale appare così sfrontata da arrivare a generare un influente fastidio.
Arrivati all’ultimo scatto erano possibili svariate conclusioni, ci si poteva lasciare con una sconfitta sul campo ed una vittoria nella vita, sarebbe stato un messaggio più sincero, sorprendente e comunque meno incanalato nell’ovvio, invece si sceglie scientemente di sistemare tutti i pezzi nel modo più tradizionale possibile.
Devo allo stesso ammettere che ero pronto al peggio e che rimaniamo assai distanti da questa nefesta previsione; questo grazie anche ad un cast tanto internazionale quanto ricco che ammicca ogni volta che ciò è possibile, a partire da Bradley Cooper che sta man mano trovando connotazioni fuori dagli standard dei suoi più fortunati film.
Insomma, si tratta di un titolo che potrebbe godere di una buona popolarità tra il pubblico, almeno quello italiano (in giro per il mondo non è che abbia riscosso grandi risultati), abbastanza navigato da capire come coccolare, o visto il tema sarebbe meglio dire ingolosire, lo spettatore anche se un po’ di fantasia in più lontano dai fornelli, non avrebbe di certo guastato.
Un po’ sprecato anche se tutt’altro che brutto.
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