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Sicario

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Sicario

di CineNihilist
8 stelle

Alejandro: Trasferisciti in una città piccola dove le leggi hanno ancora un senso. Qui non sopravvivrai: non sei un lupo e questa è una terra di lupi, ormai.

 

Taylor Sheridan decide di iniziare la sua trilogia informale sulla frontiera americana a partire dall’ormai noto confine USA-Messico, terra di frontiera oggetto di dibattiti internazionali e soprattutto interni agli stessi Stati Uniti, che tra retorica, miti e realtà, celano i reali meccanismi di potere alla stragrande maggioranza della popolazione americana nel gestire quel lembo di terra che separa per 3.145 km due nazioni mediamente giovani immerse perennemente in uno stato di belligeranza.
Lo sceneggiatore americano curioso e conscio dell’attuale status dell’America profonda, decide di offrire uno sguardo allo spettatore medio su quel confine così lontano dalla sua quotidianità, ma così violento, disumano, ripugnante e terribile per tutti coloro che ci vivono e che ci combattono ogni giorno.

 

Per rappresentare cinematograficamente questo particolare scenario lontano dalla relativa tranquillità e dalla condizione post-storica delle coste statunitensi, Taylor Sheridan decide di affidare la direzione artistica di questa sua prima sceneggiatura a Denis Villeneuve, regista canadese ormai in ascesa nell’industria hollywoodiana grazie ai suoi meravigliosi thriller d’atmosfera che si sposano perfettamente con la formula action-thriller dello script di Sicario, trasportando dunque dal Canada al Messico l’occhio “estero” di un regista che non si riduce a mero mestierante di un progetto altrui ma che anzi, dona ulteriore personalità e forza vitale al lungometraggio pensato da Taylor Sheridan, dove quest’ultimo imparerà maggiormente i ferri del mestiere di un regista proprio da questa sinergica cooperazione che porterà anche altri collaboratori “villeneuviani” nel dare il definitivo lustro al primo capitolo della sua trilogia sulla frontiera americana.

 

CAA Signs'Sicario, Hell Or High Water Writer/Director Taylor Sheridan –  Deadline

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La trama narra la storia dell’agente FBI di Phoenix (Arizona) Kate Macer, che dopo una delicata operazione all’interno di una abitazione controllata da una cellula del narcotraffico dei cartelli della droga messicani all’interno degli Stati Uniti, assiste ad un’esplosione di una bomba piazzata dai narcotrafficanti che uccide due agenti della sua squadra.
Richiamata dai suoi superiori insieme al suo collega Reggie Wayne per fare rapporto, viene persuasa ad entrare in una speciale task force capeggiata da un apparente agente governativo di nome Matt Graver, per colpire direttamente i veri colpevoli della bomba esplosa poco prima e che stanno al vertice dei cartelli della droga messicani.
L’obiettivo della speciale Task Force americana guidata da Matt Gaver affiancato da un misterioso colombiano di nome “Alejandro”, è quello di compiere una semplice missione al di là del confine nel prelevare il fratello di uno dei bracci destri del “boss” del cartello messicano a cui danno la caccia, in modo da poterlo estradare dal Messico agli Stati Uniti per estorcergli informazioni preziose sull’ubicazione dei traffici loschi nel confine USA-Messico e per localizzare il suo boss in modo da eliminarlo per sempre e porre “fine” alla guerra al narcotraffico che sta insanguinando sia Stati Uniti che Messico.
Con l’avanzare delle missioni sempre più discutibili sul piano morale per il modo efferato con sui si raggiungono determinati obiettivi per abbattere i cartelli della droga, Kate Macer e il suo collega Reggie Wayne scopriranno di essere soltanto delle pedine in un gioco più grande di loro, scoprendo un mondo disumano e lontano dai canoni morali della civiltà a cui sono normalmente abituati.

 

Tension and Action: Scene structure in “Sicario” – Linea20

 

Sicario diretto da Denis Villeneuve e firmato dalla solidissima sceneggiatura di Taylor Sheridan, si dimostra un action-thriller davvero sorprendente per il suo profondo scavo psicologico dei personaggi e dal suo arguto sguardo sociopolitico e geopolitico sulla frontiera USA-Messico davvero raro nell’odierno Cinema hollywoodiano, dove l’azione viene accompagnata sapientemente da una costruzione della tensione sia psicologica sia cinetica davvero mozzafiato, che grazie anche alla splendida fotografia in stato di grazia di Roger Deakins (assiduo collaboratore di Villeneuve a Hollywood fino a Blade Runner 2049) e alla cupa ed incalzante colonna sonora di Jóhann Jóhannsson (anch’esso assiduo collaboratore di Villeneuve a Hollywood purtroppo morto prematuramente), immerge totalmente lo spettatore nella frontiera USA-Messico in uno scenario quasi post-apocalittico dato dalle inquadrature panoramiche su ampi deserti che soffocano sia le esigue ma spaziose città popolate dagli americani sia le rurali città messicane, che però sono schiacciate al loro interno in vicoli stretti assediati dai cartelli della droga che esibiscono cadaveri appesi sotto i ponti per scoraggiare “i pirati americani” nell’interferire nel loro dominio territoriale.

 

Sicario - savage, striking, spectacular

FLOOD | Taking Sides in “Sicario”

How Sicario makes moral ambiguity palpable | Bleader

 

L’agghiacciante ricostruzione e ripresa di questa selvaggia frontiera che divide le due nazioni nordamericane è funzionale nell’esplicare la natura violenta e malvagia che devono assumere entrambi gli schieramenti per sopravvivere in una dolorosa “coabitazione”, in cui sia gli apparati americani guidati da Matt Graver sia i cartelli della droga, non vogliono assolutamente che lo stato di belligeranza permanente che affligge i due Stati finisca, perché né l’uno né l’altro vogliono perdere le rendite che questo conflitto latente produce e dunque entrambi si operano di guerre ibride per imbastire una sorta di ordine al caos dove la morale viene completamente abbandonata per seguire la scientifica regola dell’utile.

 

In questo meccanismo morboso “controllato” dai governativi di entrambi i paesi distanti dalla sensibilità del cittadino comune, si inserisce la nostra protagonista femminile Kate Macer, che incarna la morale dello spettatore in quanto ella stessa ignara e poi conscia del sistema marcio e malato che sorregge l’equilibrio di potere nel gestire questa “terra di lupi”.
La discesa in questo incubo ad occhi aperti in netto contrasto con le solari riprese delle operazioni della task force in “territorio nemico” e molto più affine con le riprese nei cunicoli bui e sporchi in cui i cartelli messicani passano il confine senza essere scoperti dalle autorità, è messo in scena magistralmente dalla regia di Villeneuve che unisce perfettamente i momenti più thriller con quelli più action, senza sminuire né l’uno né l’altro aspetto della pellicola, in modo da portare lo spettatore con lo sguardo di Kate a scoprire pian piano sia la violenta corruzione dilagante nel tessuto sociale messicano sia nella maligna e conscia violenza del potere americano che fa di tutto pur di alimentare le ingiustizie, soprattutto in queste terre di frontiera che non si allontanano molto dall’instabilità dei territori occupati militarmente dagli USA quali Iraq e Afghanistan, dove il disagio sociale è al massimo della sua manifestazione.

 

Emily Blunt

Sicario (2015): Emily Blunt

scena

Sicario (2015): scena

 

Lo scontro però non è soltanto esterno e circoscritto alla guerra al narcotraffico, ma anche all’interno degli stessi apparati governativi di cui Kate e il suo collega Reggie incarnano il lato più ingenuo e benevolo credendo fermamente nell’etica del loro lavoro, ma che viene totalmente distrutta dal cinismo e dall’opportunismo dell’altra fazione che tiene le redini della task force, ovvero Matt Gaver e Alejandro, che non sono nient’altro che “operatori” della CIA che hanno semplicemente sfruttato i due agenti dell’FBI per operare sul suolo statunitense.
La determinazione e la volontà di Kate nel ricercare la verità in tutta questa operazione senza regole e guidata dal puro istinto omicida verso i “nemici” dello Stato, la porteranno verso un percorso senza via di ritorno dove il suo corpo, il suo spirito combattivo e il suo codice morale cominceranno ad indebolirsi e a sbiadirsi in un mondo sempre più grigio fatto di sole prede e predatori.
La nostra protagonista dunque rappresenta l’anima più innocente che da ingenua cacciatrice diventa esca e poi preda stessa, rischiando addirittura di essere eliminata dallo stesso Stato che intendeva servire e che si serve di qualsiasi persona disposta a “risolvere” un particolare problema, in modo da tenere viva un macchina del potere che sfrutta i propri sottoposti dandogli qualsiasi mezzo per eseguire gli ordini senza fare troppe domande.
L’accentuato degrado fisico e il tracollo psicologico che si assiste su schermo dell’agente FBI Kate Macer interpretata sorprendentemente da una buona Emily Blunt, non può che colpire l’emotività e la desolazione interiore dello spettatore, che grazie anche ad una femminilità tosta e fragile contrapposta ad un machismo svuotato di ogni umanità che detiene il vero potere delle istituzioni (e del mondo), fornisce il giusto interlocutore allo spettatore con cui empatizzare e reagire alla razionale spietatezza dei personaggi maschili quali Matt Gaver e Alejandro.

 

Emily Blunt

Sicario (2015): Emily Blunt

Emily Blunt

Sicario (2015): Emily Blunt

 

Il primo interpretato da un ottimo Josh Brolin, è il classico agente del governo militarista disposto a tutto per ottenere ciò che vogliono gli alti comandi che lo incaricano di sguinzagliare i suoi uomini della CIA in territorio messicano, mostrando una genuina lucidità strategica nel dirigere le operazioni militari per mantenere un certo ordine nel caos e un innato carisma strafottente nel liquidare a poco prezzo qualsiasi istanza di Kate, dimostrandosi un uomo cinico, metodico, intelligente e fedele ai dogmi del “deep state” americano.

 

Josh Brolin

Sicario (2015): Josh Brolin

 

Il secondo invece interpretato da un magistrale Benicio del Toro, è il lato più oscuro ed eversivo dell’intera pellicola in quanto “assassino legalizzato” dallo Stato ossia un vero e proprio “Sicario”, un cane sciolto che non ha nessuna bandiera se non la propria dopo lo sterminio della sua famiglia da parte dei cartelli messicani, e che ora lavora per qualsiasi organizzazione in grado di soddisfargli la sua sete di vendetta dimostrandosi il “lupo” più spietato nonostante abbia un suo controverso codice morale.
L’interpretazione che regala l’attore ispanico è veramente disarmante, che col suo solo volto serioso e disincantato riesce ad esprimere tutta la vuotezza di un animo nero ormai votato esclusivamente alla morte in netta contrapposizione allo sguardo combattivo di Kate, che però nel loro ultimo faccia a faccia, condividono la stessa disillusione quasi come se fossero padre e figlia per un brevissimo istante, che si lasciano però con un dialogo finale straziante che non regala nessuna speranza in un modo profondamente corrotto e disfunzionale.

 

Benicio Del Toro

Sicario (2015): Benicio Del Toro

Emily Blunt

Sicario (2015): Emily Blunt

 

Sicario ci dimostra come il confine che divide gli Stati Uniti e il Messico sia labile e poroso al di là delle retoriche trumpiane che si basano esclusivamente su un discorso politologico semplicistico che non coglie la complessità geopolitica della posta in gioco, né potrà risolvere le cogenze strutturali sociopolitiche di quella frontiera segnata da barbarie con un alto tasso di omicidi che porta una nazione del “Primo Mondo” ad assomigliare più ad una del “Terzo Mondo”, che a confronto la nostra questione dei migranti del Mediterraneo è un giochetto da ragazzi.

 

LA FAGLIA DEL RIO GRANDE NON DORMIRÀ PER SEMPRE - Limes

I cartelli messicani - Limes

 

Taylor Sheridan invece coglie perfettamente la profondità, le fragilità, le faglie, gli scontri, le partite decisive che si giocheranno nel lungo termine in quel lembo di terra che si dovrebbe chiamare casa, ma che in realtà è una zona di guerra a “bassa intensità” che potrebbe strappare da un momento all’altro i padri dai loro stessi figli come ci illustra egregiamente la sottotrama del poliziotto-padre corrotto “Silvio”, che si incastra spietatamente con la trama principale mostrando le sacrificabili pedine di un gioco a colpi di proiettile che mai si esaurirà perché gestito scientificamente per durare per sempre.

 

scena

Sicario (2015): scena

Benicio Del Toro

Sicario (2015): Benicio Del Toro

 

Insomma, Sicario è un profondo trattato di impegno politico che si mescola con la spettacolarità della Settima Arte, che da enfasi alla sua critica antimilitarista e di denuncia di un sistema opprimente che continua oggigiorno a mietere migliaia di vittime al mese, e che offre pure un interessante spunto geopolitico su cui riflettere per comprendere al meglio l’estrema importanza di questa porzione di mondo.

 

Gli Stati Uniti, unica superpotenza del pianeta dunque impero fattuale e massima forza assimilatrice del mondo, ha nella sua pancia ormai più di 60 milioni di ispanici ovvero il 19% della popolazione totale costituendo la più grande minoranza del paese, che nel lungo termine costituirà un grande dilemma per la nazione visto che la cosiddetta maggioranza bianca (con una preminenza germanica) si sta sempre più restringendo perdendo lentamente il suo status di ceppo dominante della nazione.

 

GLI STATI UNITI DIVISI DAI LATINOS - Limes

Deutschamerikaner, i tedeschi d'America - Limes

 

Il confine USA-Messico diventa così la partita geopolitica più importante per gli Stati Uniti (altro che lo scontro di civiltà con la Cina che non riuscirà mai insieme alla Russia a scalfire il primato geopolitico statunitense a meno che non scoppi una guerra nucleare, ma in quello scenario sarebbe la fine per tutti) che spaccati tra una politica immigratoria di assimilazione per mantenere giovane e violenta la nazione in modo da mandarla sempre in guerra e mantenere il canone “bianco” dominante nel paese, dovranno decidere definitivamente come affrontare la “questione ispanica” all’interno dei propri confini nazionali, che già col “famoso” muro hanno l’obiettivo di creare una vera e propria barriera “fisica” tra i “parenti messicani” e “la prima generazione” che nascerà negli USA, in modo che i futuri figli/nipoti ispanici (i cosiddetti “chicanos”) di cittadinanza americana perdano qualsiasi forma di alterità con lo Stato americano recidendo così ogni rapporto con la “vecchia patria”, massimo imperativo strategico di ogni potenza imperiale che deve inserire dolorosamente nel ceppo dominante della propria nazione qualsiasi minoranza in modo che possa servire unicamente lo Stato in cui risiede.

 

Il mondo degli Stati - Limes

 

Il perenne stato di belligeranza all’interno degli USA, soprattutto nella frontiera con il Messico e nell’America profonda, è dunque la condizione necessaria per coltivarsi superpotenza assoluta in modo da avere una popolazione mediamente giovane, violenta e preparata per eventuali guerre in giro per il mondo, in cui le minoranze dovranno per forza assimilarsi al canone dominante, pena l’emarginazione dalle istituzioni e dalla società americana.

Taylor Sheridan è consapevole di questa condizione strutturale della nazione americana, che col suo primo capitolo chiamato “Sicario” darà inizio ad una trilogia informale con lo scopo di scrutare il vero volto della frontiera americana che rappresenta di fatto il nocciolo imperiale su cui si fonda l’ingiustizia e la potenza geopolitica Made in USA.

 

Josh Brolin, Benicio Del Toro

Soldado (2018): Josh Brolin, Benicio Del Toro

 

L’ottimo successo al botteghino e il carismatico duo composto da Josh Brolin e Benicio del Toro, portano Taylor Sheridan e la produzione alla realizzazione di un sequel di Sicario chiamato Soldado diretto dal connazionale Stefano Sollimacompiendo un buon risultato nell’umanizzare e approfondire i personaggi di Alejandro e Matt Graver, che potrebbe portare ad un interessante terzo capitolo a questa sotto-duologia, anche se il Sicario villeneuviano secondo me rimarrà insuperato nella futura trilogia o saga “narco-ispanoamericana”.

 

Voto 8.5

 

 

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