Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
Zero Dark Thirty della Bigelow e Zero Zero Zero di Saviano per un cocktail forte e potente. Come a dire: il cartello della droga messicano come obiettivo, affrontato con equipaggiamento da guerra in uno stile realistico con protagonista femminile al centro della scena. Almeno apparentemente, visto che, da un certo punto in poi, lo spietato Sicario del titolo entra definitivamente in azione. Tanta azione. Benicio Del Toro sembra in qualche modo legato da un invisibile cordone ombelicale a Traffic di Soderbergh e Denis Villeneuve preme sull'acceleratore schiaffandoci negli occhi un'altra pellicola disillusa, cinica, violenta, piena zeppa di tensione e senza via di scampo. Ottimo accompagnamento musicale, per una colonna sonora scarna e d'atmosfera. Task force e operazioni dentro e fuori la legalità per un mondo che ormai è popolato solo da lupi. Il confine Usa-Messico è un girone dantesco dove chi ha la divisa spesso non lavora per i buoni. Emily Blunt ha gli occhi stupefatti della recluta di buoni principi, sballottata qua e là da veterani segnati dalle cicatrici di atrocità e induriti da una quotidianità fatta di armi da fuoco e vendetta. Usata e ingannata spudoratamente per arrivare al boss supremo del narcotraffico, sarà costretta ad avallare operazioni poco lecite, condotte sotto l'egida di Cia e FBI. Due ore tirate per un altro riuscito episodio della cinematografia, scura e votata al dramma, del talentuoso regista canadese. Non c'è speranza, non c'è redenzione, non c'è perdono, solo cieca rappresaglia. Mentre padri di famiglia, anch'essi coinvolti negli affari sporchi, muoiono per strada, i bambini giocano a pallone nella polvere sotto gli occhi rassegnati delle madri. Sempre che anch'essi non siano destinati al massacro. Sul fondo "fuochi d'artificio": spari, incendi, ancora morti ammazzati.
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