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Sicario

Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film

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La recensione su Sicario

di amandagriss
8 stelle

 

"chi ha subìto un danno è pericoloso, sa di poter sopravvivere"

 

Come il precedente Prisoners, Sicario è la storia di un uomo come tanti, una persona perbene che messa a durissima prova dalla vita, è stata costretta a guardare, ragionare, e, perciò, ad agire spingendosi al di là del bene e del male comunemente concepibili.

 

Alejandro vive per forza di cose sospeso in una sorta di limbo morale grigiastro, che ha provveduto a costruirsi accuratamente, fuori da quei cromatismi netti che noi, gente comune, conosciamo e sui quali ci orientiamo per incamminarci nel mondo, e dove solo standoci dentro trova, ogni volta, la sua ragione di vita.

Non ha casa né patria, non é cattivo ma nemmeno buono,

inesistente, per lui, il confine tra lecito ed illecito;

non appartiene a nessuno schieramento o fazione,

a nessuna bandiera, ma soltanto a se stesso,

fedele esclusivamente alla battaglia che, senza sosta, ingaggia contro coloro che hanno fatto a pezzi la sua esistenza.

 

Villeneuve sembra ricalcare gli stereotipi del genere in cui va a cimentarsi: quando ci accostiamo ad una sua pellicola lo facciamo quasi distrattamente, credendo di assistere all’ennesimo film sulle aberrazioni della guerra (La donna che canta) o al tipico thriller di rape & revenge (Prisoners) o, come in questo caso, al classico poliziesco action sul narcotraffico, e, invece, il regista canadese, tutte le volte ci sorprende, spostando l’asse dello sguardo canonico, del punto di vista divenuto convenzione, per creare, all’interno del genere, qualcosa di nuovo, di difficilmente classificabile.

Un dramma privato moderno, secco e mai lacrimevole, teso, crudo e senza sconti, come il vissuto tragico dei suoi protagonisti, che, forse, troveranno pace una volta portata a compimento la loro personalissima missione, assurda, perfino folle e patologica per chi guarda dall’esterno senza venirne coinvolto direttamente.

 

Villeneuve cala il suo uomo nel proprio ambiente consono, probabilmente l’unico possibile, probabilmente l’unico in cui ancora si muove con naturalezza e assoluta disinvoltura, e al suo fianco ci mette lei, Kate, i nostri occhi estranei dentro la terribile sanguinosa realtà dei cartelli della droga, al confine tra Stati Uniti e Messico.

 

Riempiono lo schermo minacciose zone di frontiera, aride e poco ospitali distese desertiche, dove il caldo, la miseria e il terrore convivono con sogni da rincorrere a perdifiato su un polveroso campo di calcetto;

dove l’innocenza fa rima con la corruzione, il desiderio di fuggire via con l’ostinazione a rimanere.

Dove la speranza e la rassegnazione sono sorelle inseparabili.

Sicario ce ne riporta le atmosfere, restituendoci un senso di inquietudine e di angoscia a fior di pelle che ci accompagna per tutta la visione. Ci sentiamo esposti, vulnerabili, costantemente sotto tiro, certamente spaesati, quasi fuori posto, stonati, come una sola donna in mezzo a tanti uomini, come colei che saggia un orrore ambiguo dai contorni fortemente sfumati, mai finora sperimentato, faticando a metabolizzarlo, ad accettarlo come l’unico valido rimedio ad una carneficina dilagante, oramai impossibile da gestire.

 

La direzione di ampio respiro, ricca di riprese panoramiche ed inquadrature geometriche puntellate da soluzioni visive di indubbia efficacia, si alterna ai numerosi primi piani dei nostri occhi-guida, che osservano per noi e con noi fino al totale disvelamento dei fatti, di ogni singolo ruolo ed identità di quella che è a tutto tondo una squadra militare addentratasi in un territorio di guerra altamente esplosivo, equipaggiato alla maniera dei navy seals, pratico di strategia d’assalto e di sfondamento.

 

Sicario, al pari dei suoi uomini che agiscono nell’ombra, scalfisce la superficie piana, levigata e rassicurante delle cose.

Per come si addentra nella materia che tratta, sa incastrare lo spettatore nella storia, assorbirlo dal succedersi incalzante degli eventi, risucchiarlo nella vicenda disperatamente umana di chi si ritrova, suo malgrado, a vestire gli scomodi, tormentati panni del sopravvissuto.

Che soltanto l’umana compassione può indurre a sospendere il giudizio sulla sua discutibile condotta.

 

http://i60.tinypic.com/157dr80.jpg

 

 

 

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. ezio
    di ezio

    tutti ne avete parlato bene di questo film....non mi resta che vederlo.grazie.

    1. amandagriss
      di amandagriss

      sì, assolutamente, il grande schermo poi gli rende giustizia, ciao e grazie a te

  3. rocky85
    di rocky85

    Ne ho letto molte di recensioni su questo film che sembra davvero interssante, per la trama e per gli interpreti! Con sincerità dico che la tua è davvero tra le migliori e tra le più coinvolgenti e invoglianti! Brava ciao!

    1. amandagriss
      di amandagriss

      sì, credo sia un film sicuramente interessante, fatto molto bene e comunque singolare, mi ha coinvolta come non mi aspettavo, credevo che mi lasciasse un pò distaccata; ero parecchio curiosa di vederlo anche se mi ha trattenuto l'idea tutta mia di finire col visionare una cosa già vista tante altre volte, mi era capitato anche con Prisoners, infatti me lo stavo perdendo, per rendermi conto che con Villeneuve siamo in territori che conosciamo ma comunque in un altro mondo. Vallo a vedere, merita davvero, a presto!

  4. George Smiley
    di George Smiley

    Bellissima recensione di un film davvero forte. E con un regista così io sono già in trepidante attesa di Blade Runner 2, ora sì che non vedo l'ora che arrivi in sala. E ci vorranno ancora un paio d'anni per vederlo, purtroppo.

    1. amandagriss
      di amandagriss

      ciao! mi fa piacere che ci troviamo d'accordo su un film veramente grande, ti cattura dall'inizio alla fine e parecchie volte mi sono accorta che durante la visione trattenevo il fiato, spero che Blade Runner 2 possa dare a questo interessante e talentuoso regista l'occasione per fare ancora meglio e diventare un nome importante, di quelli che non si scordano più, a presto :)

  5. Utente rimosso (Cantagallo)
    di Utente rimosso (Cantagallo)

    Grandissima professionalità e molte scene sontuose e di forte impatto, che tu hai evocato benissimo, ne fanno davvero un ottimo film di genere con momenti tecnicamente da manuale. Certo il confine tra professionalità e autorialità non è sempre chiaro, nel caso di Sicario (e per quanto mi riguarda con Villeneuve per i 3 film che ho visto) io credo che siamo più dalle (migliori) parti della prima, come tu dici giustamente in fondo non disdegna di ricalcare gli stereotipi del genere, inoltre al personaggio di Kate la sceneggiatura conferisce un peso in fondo non del tutto giustificato dalla storia, lo stesso Alejandro concettualmente è un giustiziere abbastanza canonico. Intendiamoci, averne di film di genere come Sicario, la soddisfazione durante la visione è assicurata, però manca (a me) un'impronta più personale dell'autore per poter passare dall'approvazione all'entusiasmo (problema mio). Un saluto, a presto.

    1. amandagriss
      di amandagriss

      ciao, capisco bene cosa dici, ed è quello su cui sto riflettendo, nel senso che ho trovato più spunti interessanti e come sottolinei un'impronta maggiormente autoriale nel precedente Prisoners che in questo; qui, è vero, tutto è piuttosto canonico eppure il film ha una sua originalità (forse per come scava nella verità dei fatti, che noi persone comuni non arriviamo a immaginare, magari ci fermiamo a sospettarlo) che io non credo avere mai riscontrato, ha il sapore del filmone hollywoodiano ma c'è sicuramente una importante marcia in più che lo rende diverso. Ricordo Traffic di Soderbergh e anche lì vi trovai qualcosa che non avevo mai visto, lo stesso mi è accaduto ieri sera, adesso non so perché mi viene da pensare a The Heat di Micheal Mann, tipico (mica tanto) poliziesco umano, per la sua attenzione ad una regia spettacolare, per i personaggi, per il cattivo interpretato da De Niro verso il quale alla fine non puoi che provare una profonda compassione... bah, forse sto delirando, grazie per il passaggio, ciao!

  6. EightAndHalf
    di EightAndHalf

    Ti faccio i complimenti, Antonella, ma come forse avrai occasione di leggere nel mio ultimo scritto, a me 'Sicario' del tutto non ha convinto, tant'è che non avevo inizialmente intenzione di scriverne e alla fine l'ho fatto per ridimensionare un po' l'entusiasmo. A me 'Sicario' ricorda un film che è passato da Venezia e che ancora deve arrivare in Italia, ma direttamente in televisione, 'Beasts of No Nation' di Cary Fukunaga, il regista di True Detective, un film che mi sembra, come 'Sicario', molto attento alla forma, ma lo è nei limiti del lavoretto fatto bene, con qualche idea visiva forte ma senza una vera impronta registica (non per forza autoriale, che suona male e sa di snob), senza un discorso che dialoghi con i contenuti. Alla fine 'Sicario' imbastisce tanta indignazione per alcuni massimi sistemi (polizia, falsa giustizia) per ridursi alla canonica vendetta personale, e secondo me ci si poteva aspettare di più, una crudeltà meno accomodante. Per quanto il film mi abbia coinvolto, e sia uscito dalla sala abbastanza soddisfatto, anche se già con qualche fischio all'orecchio, dopo poco la riflessione mi ha portato a declassare questo 'Sicario', purtroppo..meglio 'Prisoners', sicuramente, ma di Villeneuve mi mancano 'Incendies' e 'Enemy', quindi mi farò sentire quanto lo scoprirò del tutto. Ciao!

    1. amandagriss
      di amandagriss

      ei, grazie a te per il bel commento, sì è meglio Prisoners sicuramente (anch'io devo ancora vedere Enemy, Incendies l'ho recuperato in tv e comunque è da vedere), hai ragione sul fischio all'orecchio, è arrivato anche a me, un pò flebile ma è arrivato, eppure la visione mi ha tenuta parecchio coinvolta, mi è piaciuto il modo in cui è stata costruita la tensione scena per scena, quel senso di spaesamento che si prova quando non si ha la piena padronanza della situazione in cui ci si trova, quando si sente puzza di bruciato e nessuno ti rivela niente, quel senso palpabile di disagio ogni volta che lei entra in una stanza piena di soldati/poliziotti... un film, se posso permettermi, sensoriale, le emozioni scorrono sottopelle al di là della storia di vendetta personale comunque secondo me ben gestita, non mi resta che leggere le tue impressioni, ciao :)

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