Regia di Denis Villeneuve vedi scheda film
L'impianto registico solido, sorretto da una eccellente fotografia, da corpo ad un film di impatto, dove la coerenza formale è al servizio di un intreccio avvincente e serrato. Purtroppo, la confezione pregiata cela un prodotto estremamente convenzionale, che si riduce alla consueta americanata dove il supposto (anti)eroe, il sicario, appunto, porta a termine, in splendida solitudine, la sua vendetta. La sceneggiatura, assolutamente non all'altezza degli altri comparti tecnici, si rivela lacunosa e non riesce a rendere verosimile un boss del narcotraffico che si aggira senza scorta in una situazione che sa pericolosa, né un killer che si muove indisturbato nella notte messicana fino a penetrare nella villa del capo dei capi protetta da un imponente esercito di soli 4 uomini eliminati, peraltro, senza che riescano a sparare un solo colpo. L'approfondimento psicologico dei personaggi aggiunge alle molte carenze una buona dose di ipocrisia nel patetico tentativo di surrogare la propria manchevolezza con un bigino di didascalici dialoghi. Quando non si ha la caratura per trattare la complessità se ne fa caricatura. No, non è l'opera dolente che trascina lo spettatore nell'inferno della scomparsa di ogni morale, è la solita furba e un po' vigliacca celebrazione di efferata violenza che tanto piace al pubblico d'oltreoceano. In questo contesto la recitazione è necessariamente stereotipata e non riesce a suscitare la minima emozione. La visione è consigliata solo a chi ritiene che il buon cinema non sia una forma d'arte, ma puro intrattenimento.
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