Regia di Seth MacFarlane vedi scheda film
Se la prima pellicola è da considerarsi una chicca tra le commedie degli ultimi anni, lo stesso non si può dire di questa. Anzi, le cose da dire sono quasi tutte più che altro negative.
Il punto di forza della precedente pellicola, era l’amicizia tra questo irriverente pupazzo animato e un uomo adulto che ancora si sentiva un bambino. Qui, pur mantenendo vivo il suddetto rapporto, sembra che il regista abbia tutta l’intenzione di spostare l’attenzione totalmente su Ted. Non solo per l’incipit che lo vede intento al matrimonio con la fidanzata del precedente episodio, ma soprattutto per il susseguirsi dei successivi eventi che lo vedono combattere per il suo status di non umano che vuole essere invece considerato alla pari, quanto meno per la sua capacità di rapportarsi all’uomo.
Oltre allo spostamento del punto focale, che evidenzia quanto in realtà quello che inizialmente poteva sembrare un personaggio dalle forti potenzialità attrattive, finisce per essere solo uno dei tanti protagonisti dell’ennesima saga, nemmeno degna di essere definita tale; la non presenza di Mila Kunis, che poi era uno dei motivi di maggior successo del capitolo precedente, abbassa ulteriormente la qualità di questo scarno tentativo di utilizzare ancora una figura che non possiede il fascino necessario a riattivare l’attenzione del pubblico che, nei sequel, per forza di cose, diventa ancora più esigente.
Nonostante la sceneggiatura sia affidata al regista e ai colleghi che avevano nutrito la collaborazione precedente, il cambio di rotta argomentativo è piuttosto evidente; basta parlare di sesso e droga e via con famiglia, figli e diritti. Sarà anche vero che gli americani hanno la capacità di analizzare quello che è l’umore del popolo, riuscendo poi a rappresentarne i risvolti psicologici e politici, ma quand’è così capita che poi lo spettatore medio finisca per annoiarsi proprio a causa dell’impossibilità di contestualizzare l’argomento.
Nulla da fare quindi per Seth MacFarlane che non riesce a bissare il successo della precedente pellicola, e finisce vittima di perbenismo e accortezze varie d’argomentazione, purtroppo necessarie per ampliare la fascia di pubblico, finendo poi per trasformare anche la vera natura del film stesso ormai diventato adatto anche e soprattutto alla famiglia con annessa prole.
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