Regia di Taylor Hackford vedi scheda film
Reazionario e misogino, ma non così leggero come si pensa. Tolta la velatura pop, un film non del tutto sincero però da vedere e perché no emozionarsi ancora con il famoso finale! 7+ RIVALUTABILE
Più passano gli anni e più i voti di Ufficiale e Gentiluomo si abbassano, perché? Forse a causa della presenza di Gere e conseguente trasformazione 'pop' di molte immagini della pellicola, una su tutte la camminata del bel Richard in fabbrica, vero grande sogno di ogni operaia! Strano perché il film è duro e seppur con dei difetti non si può iscrivere nella categoria dei classici prodotti commerciali, innocui e incolori, anzi ce ne fossero di prodotti di cassetta così! Certo è furbo quel che basta, non è tanto sincero, punta molto sull'attore figo emergente, ha una canzoncina orecchiabile, tuttavia le tematiche sono forti, enfatizzate da un linguaggio e un'ambientazione d'impatto (impossibile che Kubrick non si sia confrontato con Hackford per il suo Full Metal Jacket), tali da elevare il tutto a qualcosa di diverso dalla semplice storiellina d'amore con l'happy-end inevitabile. Rivisto oggi si notano assai i contorni misogini e reazionari dello script a discapito di un'atmosfera disperata (e all'apparenza) senza speranza di un'America non ancora in modalità 'rampante eighties', ma proletaria e incazzata, dove nessuno ti regala niente e il sogno americano diventa un'ossessione. Proprio per questo paragonerei il film al suo opposto, Top Gun (di 3 anni posteriore) per rivalutarlo e contestualizzarlo, paragonando sia lo stile cinematografico che la scena di sesso: da una parte patinata, datata e piatta dall'altra, con un Gere e una Winger perfetti, 'vivi', romantici, veri, una delle migliori degli anni 80.
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