Regia di Al Bradley (Alfonso Brescia) vedi scheda film
Alfonso Brescia è stato uno di quei mestieranti della regia che, dove lo mettevi, stava. Non che questo comporti che ottenesse buoni o sufficienti risultati: anzi, a conti fatti di titoli anche solo appena passabili nella sua sterminata filmografia se no trovano pochi. Semplicemente, con mediocri risultati diresse praticamente di tutto, a suo agio fra i generi più disparati, compreso questo war movie senza pretese ambientato nel deserto nordafricano e nel quale in cento minuti cento di pellicola priva di scene madri o di eccessi di azione è difficile trovare le forze per non sbadigliare. Se la sceneggiatura è opera di Lorenzo Gicca Palli, un altro nome, se non insignificante, molto poco significante del nostro cinema, anche nel cast artistico si sprecano i volti anonimi e gli interpreti di serie B e C: i più noti sono il tedesco Anton Diffring, Ugo Adinolfi e Pamela Tudor - si immaginino pure gli altri. L'andamento piatto della trama e la pochezza desertica (per forza di cose, si dirà) delle scene si mischiano così a una recitazione non sempre impeccabile; poco male per Brescia, che comunque ai tempi lavorava mediamente ad almeno un paio di film l'anno. 2,5/10.
Seconda guerra mondiale. Nel deserto nordafricano, un manipolo di angloamericani ha l'incarico di eliminare Rommel. Ma manovre di controspionaggio e attriti fra gli ufficiali alleati rischiano di vanificare la missione.
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