Regia di Antonio Mollica vedi scheda film
Senza dubbio un ottimo Gordon Mitchell, che dà vita ad un altro personaggio originale dei tanti che compongono il panorama del western italiano. Infatti Roose ha la particolarità di essere sì "nato per uccidere" e di dare la morte con estrema facilità (fredda i due sgherri di un truffatore ambulante appena questi lo buttano fuori dal saloon), ma fa ben intendere che, se potesse, vivrebbe in tutt'altro modo: nella scena iniziale afferra una mosca e la soffia premuroso fuori dalla finestra dicendole "Vivi in pace, tu che puoi". Infatti non uccide persone che non vanno a toccare i suoi interessi personali e, per quel che può, cerca di vivere il più in pace possibile, arrivando a rifiutare un ingaggio da parte dei cittadini oppressi dai fuorilegge perchè non è un affare che lo riguarda.
Dicevo, ottimo Mitchell nella sua interpretazione: il suo è un uomo di molti silenzi, sorrisi, gesti, che parla solo se necessario. Il suo viso da brutto ceffo unito ai suoi occhi buoni ed al suo sorriso solare sono perfetti per il personaggio bipolare di cui veste i panni. Per il resto il film è nella media, tra la storia, le sparatorie e il resto. Carino lo scontro finale.
Il montaggio è un po' confuso, soprattutto nella scena della sparatoria finale dove non si capisce bene dove sia Roose rispetto ai cattivoni, ma ci si può passare. Abbastanza divertente qui la classica figura del vecchietto simpatico, soprattutto verso la fine, dove finalmente c'è da sparare, prende il fucile che si è portato dietro per tutto il film, e questo fa cilecca.
Belle le musiche di Di Stefano. Forse si poteva fare di più ma comunque non annoia!
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