Regia di Andrew Davis vedi scheda film
Puro entertainment, certamente, ma il film funziona. Il merito va ad una sceneggiatura articolata e veloce, nonché all’ennesima prova maiuscola di Gene Hackman. Siamo nel 1989, anno della caduta del Muro di Berlino e la vicenda narrata ruota intorno ai rapporti in via di disgelo tra Est e Ovest. In questo contesto, un gruppo di neo-nazisti con infiltrazioni negli alti gradi dell’esercito americano, progetta un attentato contro il presidente russo, intrepratato da un sosia quasi perfetto di Mikail Gorbaciov. Trama e scena finale rimandano inevitabilmente a “Il giorno dello sciacallo” (1973): la tensione c’è, non ci si annoia mai, tutto bene, ma il film di Fred Zinnemann è, secondo me, superiore.
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