Regia di Brett Morgen vedi scheda film
“Il mio giorno migliore, sarà il giorno che non vedrà il domani!”
Kurt Cobain sviscerato in centinaia di immagini inedite, provenienti da filmini famigliari e amatoriali. Kurt ai suoi primi compleanni, Kurt adolescente che mostra i suoi primi sguardi smarriti. Kurt con la band, che prova davanti ad un paio di amici le sue canzoni. Kurt con i primissimi Nirvana che suona alle prime feste. Kurt che diventa famoso, famosissimo, una star mondiale.
Kurt drogato e tossico dipendente, padre premuroso e affettuoso, marito disordinato e scanzonato.
Il Kurt vero e quello di tante facciate e copertine. Kurt Cobain si è sempre mostrato per quello che è stato: fragile e pieno di talento, in continuo disagio in quella che era la sua vita. Questo documentario mostra oltre alle immagini anche i suoi pensieri raccolti in migliaia di frasi e disegni. Frasi e disegni che completano la visione di uno degli artisti più complessi dei nostri tempi.
Molte le interviste e le testimonianze dei genitori di Kurt, della sua prima ragazza, di Courtney Love e di Krist Novoselic il bassista dei Nirvana. Ne viene fuori un ritratto triste, malinconico e molto disturbante. Il montaggio delle frasi di Kurt raccolte nei suoi numerosi diari, blocchi, quaderni, è fatto in modo da provocare quasi un senso di vertigine e disturbo nello spettatore, che entra in simbiosi con Kurt Cobain e la sua iperattività creativa.
Agghiaccianti i racconti della madre e del padre di Cobain, che svelano senza tanti problemi le motivazioni dei primi disagi di Kurt bambino, al quale venivano somministrati già in tenera età farmaci per la stabilizzazione dell'umore. Quando un bimbo riceve dalla propria madre farmaci per l'umore, forse è legittimato a pensare che la droga può essere un giusto mezzo per sopravvivere?
Kurt cresce così tra un'idea iniziale distorta di famiglia perfetta, a una famiglia allargata fatta di genitori, matrigna, zii, nonni...dai quali veniva parcheggiato e puntualmente rifiutato.
La band come nuova famiglia. Suonare dal vivo è l'unico modo per stare bene, finalmente sentirsi sicuro e accettato. Il documentario, e quindi tutte le testimonianze che contiene, punta su quanto fosse importante per Cobain essere accettato, e di come lo ferissero le critiche negative e umilianti.
Il successo improvviso e mondiale lo travolge, lo coglie impreparato, e utilizza i suoi mezzi per rimanere a galla.
Non è un ritratto positivo, non viene fuori un Cobain “sconosciuto”, ma sicuramente più intimo e fragile... proprio come quei gattini che tanto amava, o come la sua bambina nata già tossico dipendente perché la madre assumeva eroina in gravidanza.
Ho trovato giusta e appropriata la scelta di inserire dei disegni animati per raccontare alcuni avvenimenti che sono registrati in vecchi nastri. Le immagini supportate dalla voce di Cobain svelano episodi imbarazzanti e tragici che hanno l'effetto di un cazzotto nello stomaco.
Il documentario è stato voluto e prodotto dalla figlia di Kurt Cobain, Frances Bean Cobain, che ha procurato al regista Bret Morgen tutto il materiale inedito presente (ci sono voluti quasi 8 anni per raccogliere e preparare il tutto). Courtney Love si è resa disponibile per una sincera intervista, la sua posizione in tutta la storia con Cobain è sempre stata scomoda e poco amata dai fan dei Nirvana.
Commuovente invece la testimonianza di Novoselic, unico Nirvana presente nel film, che si sente ancora in colpa per non aver compreso fino in fondo il disagio dell'amico, travolto anche lui da un successo e da una fama impensabile.
Chi, vedendo questo documentario, si aspetta di vedere un Cobain leader maledetto inedito, chi si aspetta risposte sul suo insano gesto, rimarrà deluso. Questo è un film che non da risposte, ma che aiuta a conoscere meglio un aspetto più intimo di un ragazzo di provincia molto talentuoso, che si è trovato -suo malgrado- ai vertici di un successo inatteso, che gli è anche piaciuto ma che non ha saputo gestire. Non si nascondono le “colpe” di nessuno, non si cerca di far passare bene ciò che non lo è.
“Le risposte sono tutte lì, nei suoi quadri... le avevo davanti agli occhi, solo che non le volevo vedere”, dice ad un certo momento Novoselic. E forse è proprio quello che la figlia ha voluto fare producendo questo documentario: metterci davanti agli occhi tutto quello che non si è potuto vedere ascoltando solo le canzoni dei Nirvana.
Ad un certo momento Cobain ha ceduto a quello che è sempre stato un suo progetto, sin da adolescente: farla finita. E' riuscito ad arrivare a quel giorno senza un domani, lo ha scelto e celebrato. Buio, data di morte: Seattle, 5 aprile 1994.
Note Personali:
Non condivido assolutamente alcune recensioni di critici affermati, che scrivono su testate sempre apprezzate. Giudizi poco approfonditi, che si soffermano ancora una volta sulla facciata di Cobain. Recensioni che danno la Love come produttrice del documentario, senza capire che la Cobain in causa è Frances... la figlia!
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