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Cobain: Montage of Heck

Regia di Brett Morgen vedi scheda film

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La recensione su Cobain: Montage of Heck

di mm40
6 stelle

Kurt Cobain nasce ad Aberdeen (Seattle, Usa) nel febbraio 1967. Nel 1976 i genitori divorziano e comincia a comportarsi in maniera sempre più ostile nei confronti della famiglia, tanto che nessuno - zii e nonni compresi - sembra più volersi occupare di lui. Adolescente, forma una rock band per sfogare tutte le sue frustrazioni: i Nirvana. Fra il 1989 e il 1994 la band domina le scene planetarie, diventando un giocattolo troppo difficile da sostenere per il suo stesso leader e fondatore.

 

Per fare un film autorizzato sulla vita di Kurt Cobain, a vent'anni dalla sua morte, e soprattutto per poter utilizzare una vasta mole di riprese casalinghe amatoriali effettuate dalla stessa rockstar e dai suoi amici e parenti più prossimi, è inevitabile ottenere l'assenso di Courtney Love, la miliardaria vedova. Ottenere l'assenso di quest'ultima significa in automatico almeno due cose: cancellare il nome di Dave Grohl (batterista e amico fraterno degli ultimi anni di Cobain, ma in rapporti a dir poco pessimi con la Love) e adeguarsi alle inarrestabili smanie di protagonismo della vedova, nonchè accettare di inserire nel lavoro le sue egomaniacali testimonianze e le sue strampalate tesi. Una su tutte: il tentato suicidio romano di Kurt, marzo 1994, fu per troppo amore verso Courtney; è abbastanza pacifico in realtà che lui non la sopportasse più da tempo e che anzi volesse starle ben lontano all'epoca. Ma tant'è: al netto delle sciocchezze della Love e con il plusvalore delle incredibili - e altrimenti invisibili - immagini di Cobain bambino o dei dietro le quinte dei concerti o delle scenette in famiglia fra Kurt, Courtney e Frances Bean (loro figlia, nata nel 1992 e qui produttore esecutivo), ma anche di alcuni brani inediti registrati dal cantante in maniera casalinga (es. una versione solo voce e chitarra di And I love her dei Beatles!), Cobain - Montage of heck riesce a dare al pubblico una versione mediamente attendibile della vita del protagonista, pur edulcorandone gli aspetti più estremi e negativi, ed è per di più un prodotto frizzante, che strizza l'occhio al pubblico con frequenti elaborazioni grafiche vivaci e funzionali (i disegni animati prevalgono, in questo senso, su tutta la parte digitale). Forse anzi talvolta strizza l'occhio pure un po' troppo, tanto che viene da pensare a quanto non avrebbe mai potuto sopportare di vedere un film simile su di sè lo stesso Cobain. Fra le testimonianze, sono presenti i genitori di Kurt, la sorella Kim, l'ex fidanzata Tracy Marander e anche il bassista e amico di lunga data Chris Novoselic; mezzo voto in più per la colonna sonora stratosferica, in un documentario stracolmo e pulsante di musica. 6,5/10.

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