Regia di Abraham Polonsky vedi scheda film
Nel 1909 un mezzosangue, costretto a uccidere per legittima difesa il padre della sua ragazza, fugge dalla riserva insieme a lei e scatena così una caccia all’uomo. È il primo film diretto da Polonsky dopo Le forze del male (1948) e relativa messa al bando da Hollywood. La vicenda, consistente quasi soltanto in un lungo inseguimento, è elementare, specialmente se paragonata ad altri western che in quegli anni riscrivono il genere: in particolare il personaggio dello sceriffo disincantato che non crede (più?) in ciò che fa viene definito con poca profondità rispetto a certi suoi omologhi (è ben più incisivo il riluttante tutore della legge Robert Ryan in Il mucchio selvaggio), e anche la sua storia d’amore con l’emancipata agente indiana è piuttosto convenzionale. Il personaggio migliore mi sembra quello di una credibile Katharine Ross: ossia, paradossalmente, quello meno ideologizzato.
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