Regia di Dario Argento vedi scheda film
Sam Dalmas, scrittore statunitense in Italia per ritrovare l’ispirazione, assiste al tentato omicidio di una donna, che si scoprirà l’ennesima vittima di un serial killer. Quest’ultimo prende di mira anche lo stesso Sam che oltre ad essere testimone oculare, gioca a fare il detective nel tentativo di risolvere il caso, dato che fino a che il misterioso assassino non verrà stanato, l’uomo non potrà rimpatriare in quanto testimone chiave delle indagini…
Folgorante esordio dietro la macchina da presa per Dario Argento. Il film è una pietra miliare della storia del cinema italiano, al di là del suo valore intrinseco (comunque è un thriller affascinante e seducente al contempo): è infatti con “L’uccello dalle piume di cristallo” che nascono i simbolismi e gli archetipi del regista romano, le ossessioni, i topoi, le costanti estetiche (il film è difatti riconoscibilissimo - col senno di poi - anche per via della collaborazione di Vittorio Storaro alle luci ed alle musiche del maestro Ennio Morricone). Una vetta del cinema dargentiano raramente sfiorata in seguito, un esempio con cui il regista si confronterà per lunga parte della sua carriera, tanto che in altri lavori, come nel successivo “Profondo rosso”, i punti di contatto e le aderenze con quest’archetipo saranno moltissimi (forse anche troppi).
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