Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Più mi addentro nella filmografia di Hitchcock, più comprendo il motivo per cui era soprannominato “il maestro del brivido”. La pellicola in questione è nello specifico quella in cui Alfred sembra aver voluto osare di più, almeno tra le poche della sua filmografia che ho avuto il piacere di guardare; crea una vera e propria fobia verso i volatili, convincendoti che quello che mette in scena potrebbe anche diventare reale da un momento all’altro. Rende la visione talmente piacevole e pregna di colpi di scena, che lo spettatore non osa chiedere nemmeno da cosa o da dove provenga questa misteriosa epidemia assassina che ha colpito gli animali ma il regista, dall’alto della sua esperienza, lo giustifica in più di un’occasione pur lasciando la domanda insoluta ma chi guarda non tende nemmeno a porsi la domanda, tanto è affascinate ogni scena all’occhio di chi guarda. Magistrale resta anche l’uso delle inquadrature che arricchiscono alcune sequenze fino a renderle memorabili, come il finale: uno stormo di uccelli invade il giardino del protagonista, mentre una luce, quasi divina, illumina solo in parte il cielo terso di nuvole. Tippi Hedren e Rod Taylor sono solo la ciliegina sulla torta di un film già perfetto da solo.
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