Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Su questo film epocale di Alfred Hitchcock è stato detto e scritto di tutto, generalmente con toni a dir poco elogiativi che condivido. Critici e opinionisti si sono invece cimentati troppo spesso nel tentativo di attribuire all’opera significati nascosti, allegorie e metafore, che in tutta la sua vita il maestro britannico si è guardato bene dal confermare o semplicemente commentare. A parer mio e al di là di ogni interpretazione, il regista inglese riesce a compiere un autentico miracolo: realizzare un capolavoro nonché un’opera destinata a passare alla Storia del Cinema con un film non privo di difetti. Gli effetti speciali sono assai distanti da quanto s’inventerà lo stesso Hitchcock, ad esempio con “Vertigo”. Operazioni di collage e sovrapposizioni di immagini si individuano a occhio nudo, in alcune scene la fotografia appare artefatta se non caramellosa; più che interpretare, gli attori sembrano eseguire, a cominciare dalla protagonista Tippi Hedren. Jean Tulard, nel suo “Dictionnaire du Cinéma: Les acteurs” (ed. Robert Laffont, 2004), la definisce “Uno scherzo di quel burlone di Hitchcock”, impressione secondo me confermata un anno dopo con “Marnie”. Il miracolo consiste nel fatto che tutto questo non riveste alcuna importanza di fronte alla straordinaria e inedita idea di partenza del film (gli uccelli che improvvisamente aggrediscono gli esseri umani), al crescendo di inquietudine e suspense, fino ad un finale che lascia a bocca aperta un po’ come accade in “2001 Odissea nello Spazio”. “Gli Uccelli” rientra in quei film che posso vedere e rivedere provando le stesse emozioni della prima volta…
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