Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
un film che più moderno non si può nonostante i suoi 40 anni. insomma non fosse per i vestitini da suorina lasciva che il ciccione ha fatto cucire per la sua scoperta(a quanto pare è stato il primo film di tippi hedren), e le automobili, nulla fa pensare che il film abbia ben 40 primavere.
40 primavere portate comunque alla perfezione, non il segno di una ruga.
questo "week-end dei morti viventi ornitologico" è un sempre verde. la protagonista bionda in lotta con la mora per l'eroe di turno. la mora che deve morire, quasi sotto i colpi infertigli dagli sguardi glaciali della hedren, e che comunque già in partenza non ha nessuna speranza.
quindi ritirata a bodega bay, lontano da tutto quello che una san francisco potrebbe darle per ricominciare, si autoesilia come una suora di clausura incrociata geneticamente con una strega dell'antro senza poteri, facendo la maestrina, standogli accanto come un'amica..... con che astio e pochissima convinzione il ciccione lurido glielo fa dire, davanti all'artica regina delle nevi venuta dalla città per put a spell nella mente di rod taylor e obnubilarlo.
la suorina si autoimmola come una novella jean d'arc per salvare la sorellina del suo amato e cade sotto i becchi di damocle, che le pendevano addosso fin dalla sua prima apparizione.
non contento il ciccione dopo uno degli attacchi più belli del film, secondo a quello finale ovviamente, in una scena colma di silenzio che non si sa dove voglia andare a parare, fa esplodere il pathos in un'accusa di stregoneria.
stremati dall'inspiegabilità dell'orrore che sta tartassando la cittadina di mare, una donna untrice si scaglia contro la hedren accusandola di essere lei l'apportatrice di quel misterioso flagello. ora che la storia sta rendendo più umana la protagonista, il luridone novello torquemada decide di torturarla psicologicamente con un'accusa di stregoneria, che culminerà con il rogo finale nella quale verrà violata da decine di uccelli fino a quasi rimanerne uccisa.
scene sperimentali quelle degli attacchi, dove si sentono assordanti solo i versi degli uccelli campionati fino a quasi a sembrare e trasformarsi nel verso che accompagna l'accoltellamento della madre da parte della bambina zombie nè "la notte dei morti viventi".
il luridone però, sadico fino al midollo, vuole che lo spettatore senta la stessa ansia che accompagna i personaggi, e ci fa dire da una studiosa che l'attacco in branco degli uccelli è semplicemente ridicolo, perchè non abbastanza intelligenti per escogitare una strategia, mancando loro i lobi temporali o che altro. lo spettatore quasi si convince dalle teorie di quella vecchia(l'esperienza e gli anni di studio)signora apparsaci come una fatina delle favole.
tutto questo per poi farci risprofondare miseramente nel panico dopo l'attacco alla pompa di benzina, alla quale anche la studiosa assiste letteralmente sconvolta e senza più parole.
oggi sarebbe possibile una scena del golden gate ricoperto di uccelli,all'epoca doveva sembrare una follia. come sicuramente doveva sembrare meravigliosa a lucio fulci l'idea di inquadrare il brooklin's bridge invaso dai morti viventi con la città nel panico.
i 4 protagonisti hanno passato la notte e sono sopravvissuti all'attacco più selvaggio e pesante degli uccelli. la bionda regina delle nevi è ridotta una sbiadita ombra di se stessa, dopo la punizione nella stanza(daria nicolodi ci lascerà invece le penne nel cat attic attack orchestrato da se medesima e dal dolce maritino). riescono a salire in macchina e allontanarsi, alla radio le notizie sono scarse e non riescono a dare spiegazioni, mere constatazioni.
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