Regia di Zeke Norton vedi scheda film
Mentre la pedagogia illuminata lavora per superare gli stereotipi di genere, il mercato rema in direzione opposta e colora di rosa le copertine dei libri e dei film per bambine e di azzurro quelle per i maschi. Frozen a me, Cars a te. In questo panorama, la paladina del “più fucsia c’è, meglio è” s’appropria con ragguardevole ritardo del genere supereroistico e, non fosse per una tragica inutilità di fondo, ci sarebbe quasi da divertirsi. Impossibile, infatti, non percepirsi immersi in un caso esemplare di parodia, che mette alla berlina le convenzioni del genere. Lungi dall’avere superproblemi, dall’essere umiliata nel fisico e tra i suoi simili, Kara (l’incarnazione di Barbie in quest’occasione filmica) è una principessa iperprotetta, con il pungolo di voler fare qualcosa d’importante. Il suo sogno nel cassetto è dar vita a un orto collettivo nel quale far collaborare i sudditi, ma il bacio (!) di una farfalla (!) magicamente modificata la trasforma in un’eroina costretta a rimandare la botanica per salvare una schiera di cittadini incredibilmente goffi, sempre sul punto di cadere da un’impalcatura. Il barone cattivo ha le sopracciglia troppo folte, i ladri il passamontagna nero, e il costume di scena di Super Principessa è oggetto di un diverbio tra le sue confidenti che cita quello tra Flora e Serena in La bella addormentata nel bosco. Ah! Il visagista delle dive è truccatissimo.
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