Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Sulla disgregazione delle ideologie. Il cinema di Pasolini si è sempre basato su opposte polarità, questa volta i poli sono rappresentati dai due protagonisti: l'elegante Totò e lo scapigliato Ninetto Davoli. La coppia è immersa in una camminata surreale senza destinazione, durante la quale incontrerà il processo (capitalistico) in una società non ancora pronta per affrontarlo. Ai due si unirà un corvo parlante, che rappresenta l'ideologia marxista, inascoltato da tutti e infine magiato e diventato egli stesso merce (in ciò credo un chiaro riferimento a Lautreamont). Spietata la parentesi dei francescani, in cui non esiste possibilità di conciliazione tra proletari e borghesi, neanche sotto l'insegna di Dio. Le strade di questo film non portano più i nomi di persone celebri che ce l'hanno fatta, ma di emarginati, di persone senza voce (c'è quella intitolata ad uno scopino, a uno scappato di casa a 12 anni, a un disoccupato). La colonna sonora, meravigliosa, è curata da Morricone, sui titoli di testa canta Modugno (un gioiello).
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