Regia di Pier Paolo Pasolini vedi scheda film
Totò e suo figlio Ninetto vagano per le strade della periferia romana e incontrano vari personaggi, seguiti e angosciati dal parlare intellettuale di un corvo che, per allietare la lunga e faticosa passeggiata, li allieta con il racconto dei frati francescani Ciccillo e Ninetto, incaricati da san Francesco di addomesticare i falchi prima e i passerotti poi. Pervasi dall’irritazione e dalla fame, fanno del corvo il loro pasto.
La favola amara firmata Pasolini, è una delle pellicole più belle mai viste. Inizia e finisce con una filastrocca cantata da Domenico Modugno, che già vale tutto il resto della visione, ed è interpretata da due protagonisti eccelsi, Totò e Ninetto Davoli, e si basa su una sceneggiatura semplice ma dal fascino immutato nel tempo.
Il percorso di un uomo e di suo figlio che percorrono una strada che simboleggia la vita con le gioie e i dolori che questa può dare; si passa infatti dalle risate, alla fatica, dagli incontri piacevoli come quello con la prostituta Luna che divertirà prima il padre e poi il figlio, ai funerali, quelli di Togliatti. Dall’amicizia con un corvo amicone ma petulante, al tradimento dell’uomo egoista che pensa solo a se stesso.
L’alternanza di recitazione tra Totò e Davoli garantisce un buon equilibrio, necessario per la buona riuscita delle pellicola che, per tutta la durata, riesce ad intrattenere lo spettatore, merito anche della formula narrativa basata su racconti intrecciata da un unico filo conduttore. Totò è a dir poco eccelso, in quella che risulta essere una delle sue ultime interpretazioni da protagonista, giganteggia in un ruolo cucitogli addosso da Pasolini che gli affianca Ninetto Davoli, al suo importante esordio cinematografico, dopo la comparsa in Il Vangelo secondo Matteo, più per dare fiato allo spettatore che ai protagonisti, che sembrano a loro agio nei ruoli assegnatigli.
Una perla registica e di sceneggiatura che regala sorrisi e angosce, riflessione e spensieratezza in un modo unico di cui solo Pasolini era capace. Una delle opere più poetiche del cinema italiano.
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