Regia di Beata Gårdeler vedi scheda film
Una ragazzina accusa un coetaneo di averla violentata. Malgrado lui sia colpevole, finisce per passarla liscia, appoggiato dagli amici e dalla comunica locale, che si schierano dalla sua parte, mentre la vittima viene linciata e subisce ritorsioni di ogni genere. Il film, evidentemente, vuole essere un duro atto di accusa nei confronti di una società maschilista in cui gli uomini sono automaticamente dalla parte della ragione, almeno in frangenti di questo genere. La storia, dunque, parte da assunti ben precisi e ce li spiattella davanti senza sfumature di sorta, fino a diventare pedante e didascalica. Per questo, nonostante una discreta costruzione di base, non riesce a farsi visione convincente e riuscita.
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