Regia di Giuseppe Pulieri vedi scheda film
L'arrivo della zietta senza inibizioni rivoluziona la routine di una famiglia composta da madre, amante e figlio, che non sopporta l'amante della madre.
Unica regia di Giuseppe Pulieri, questo Con la zia non è peccato è un softcore che all'occorrenza si tramuta in hard, aggiungendo le scene pornografiche appositamente per la sala a luci rosse. Un lavoro tipico di quel periodo, nel quale il cinema nostrano non stava a guardare troppo per il sottile la qualità della fattura delle pellicole, cosa che ha permesso per l'appunto l'esordio di Pulieri dietro la macchina da presa. Il film è infatti poco più che un prodottino amatoriale, scritto diretto recitato montato doppiato con approssimazione, ma al quale, comunque sia, va perlomeno riconosciuta l'onestà di non credersi meglio di ciò che è (sostanzialmente: è tutto talmente tirato via che difficilmente regista e produzione avrebbero potuto puntare a una diffusione superiore a quella di qualche sala provinciale, oltre a quella citata del circuito hard). Si segnala una scena porno a due della durata mastodontica di un quarto d'ora (!) verso il finale della versione 'uncut'. Il titolo si rifà alla commedia erotica di quegli anni, non sbagliando d'altronde: la sceneggiatura del regista e di Giuseppe Rosati non è poi tanto distante da quelle di tanti altri lavorucci coevi basati su adolescenti infoiati e governanti/amichette/zie porcellone. La presenza di Marina Hedman, affermata pornodiva, nel ruolo della zia del titolo toglie ogni dubbio già prima della visione sui contenuti del film; nel cast anche Alexandro Partexano, Gino Pagnani, Antonella Antinori e Salvatore Puntillo: semisconosciuti, forse abusando del prefisso semi-. Negli anni precedenti Pulieri aveva lavorato come co-sceneggiatore e assistente alla regia di Rosati; dopo questo titolo scomparirà del tutto dal mondo del cinema. 1/10.
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