Riduzione per il piccolo schermo del monumentale romanzo di Dostoevskij; sette puntate da circa un'ora ciascuna per raccontare le vicende che vedono Dimitri Karamazov accusato ingiustamente di avere assassinato il padre e le conseguenti diatribe che scaturiscono con i fratelli Ivan e Aleksej, oltre che con Smerdjakov, fratello illegittimo dei tre.
Una puntata alla settimana da metà novembre a fine dicembre 1969: sette episodi, circa sette ore di durata per questa trasposizione televisiva di uno dei massimi romanzi della storia della letteratura, affidata a un regista già piuttosto esperto e soprattutto in materia di tv: i tre precedenti lavori di Sandro Bolchi per la Rai erano state le riduzioni de I miserabili (1964), Le mie prigioni (1967) e I promessi sposi (1968). Per mettere in scena e girare un'operazione così elaborata, però, la faccenda si complica ulteriormente; a semplificare il tutto (ma anche a renderlo terribilmente datato) vengono in aiuto i consueti stratagemmi adottati per gli 'sceneggiati televisivi', come allora venivano definiti questi lavori. Vale a dire: scenografie teatrali che lasciano intendere una certa approssimazione nella realizzazione degli ambienti e degli sfondi, riprese in interni, pellicola in bianco e nero (adatta per la trasmissione Rai, che incontrerà il colore solo qualche anno più tardi), azione dilatata a favore dei dialoghi per facilitare la comprensione del pubblico di casa e, ovviamente, anche per allungare la durata alle richieste dimensioni finali. Gli interpreti principali: Carla Gravina, Salvo Randone, Lea Massari, Corrado Pani, Carlo Simoni, Umberto Orsini, Orso Maria Guerrini, Marilena Bovo, Gianni Agus, Roldano Lupi, Laura Carli, Glauco Onorato, Antonio Salines e Sergio Tofano; solo questi basterebbero già per tre film contemporanei di buon richiamo. Bolchi si cimenterà poco dopo (1972) con un altro dei capolavori dell'autore russo: I demoni. Sceneggiatura di Diego Fabbri, musiche di Piero Piccioni. 5,5/10.
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