Alla morte del marito, Evelyn resta sola con un figlio e si dà alla prostituzione. Quindi rivede un giovane, da sempre innamorato di lei, che le propone di fuggire in Canada. Al momento di partire, però, Evelyn decide di suicidarsi. Chissà com'era questo film nelle intenzioni di Ophüls. Ora, vedibile solo innumerevoli tagli censori compiuti all'epoca, è ingiudicabile.
Evelyn non ha sempre fatto l’entraîneuse in un locale di Montmartre: ha iniziato dopo essere rimasta vedova di un bancarottiere, suicidatosi lasciandole un bambino a carico. Ma dieci anni prima aveva sognato di rifarsi una vita accanto a un medico canadese, che adesso la ritrova per caso: come riuscire a sostenere il ruolo di donna rispettabile agli occhi di lui, almeno durante i tre… leggi tutto
Evelyn non ha sempre fatto l’entraîneuse in un locale di Montmartre: ha iniziato dopo essere rimasta vedova di un bancarottiere, suicidatosi lasciandole un bambino a carico. Ma dieci anni prima aveva sognato di rifarsi una vita accanto a un medico canadese, che adesso la ritrova per caso: come riuscire a sostenere il ruolo di donna rispettabile agli occhi di lui, almeno durante i tre…
Anche in prove minori the Ophuls'touch non manca: il palcoscenico, la vorticosa malinconia, la verità (s)velata. Basta confrontarlo col nostrano Catene (lo stesso tema dell'affetto familiare scardinato dalla passione erotica) di dieci anni dopo per capire quanto avanti fosse rispetto al panorama di facile presa popolare dei nostri confini. Qui colpisce il senso della fatalità…
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