Regia di Bruce McDonald vedi scheda film
Un film curato nella confezione, con una bella colonna sonora e suggestive sequenze notturne. L'esito finale è purtroppo limitato da una sceneggiatura irreale e priva di spunti, che vanifica l'eccellente lavoro compiuto sul versante tecnico.
La diciassettenne Dora (Chloe Rose) scopre, con dispiacere, di essere prematuramente rimasta incinta. Turbata e incerta su cosa fare, la ragazza tiene all'oscuro del fatto la madre. La notte di Halloween, insolitamente fredda e gelida, Dora decide di passarla sola in casa, mentre la madre accompagna il fratellino a festeggiare. Per Dora è l'inizio di un vero e proprio incubo allorché piccoli bambini, truccati con maschere mostruose, prendono di mira l'abitazione.
Il regista di serie televisive, Bruce MacDonald, celebre per l'originale -mal distribuito- horror Pontypool (2008), tenta il salto di qualità dirigendo questa insolita produzione canadese che si pone esattamente a metà tra un lavoro riuscito e l'inutile esercizio di stile. Perché questo Hellions, per atmosfere e cura delle immagini, ha il pregio di evocare contesti di paura decisamente atipici. Gli eventi si svolgono in un poco comprensibile "spazio" notturno, illuminato da un flebile riflesso rosato frutto di una Luna rossa che, attraversata da nuvole, contribuisce a definire un cielo da fine del Mondo. Ma quale Mondo? La struttura puramente onirica (stato evocato anche dai cromatismi irreali della fotografia) suggerisce trattarsi di un Mondo tangente, e fors'anche concreto, alla mente di Dora: un Universo parallelo, abitato appunto da piccoli demoni che ricordano -anche per questioni di statura- esseri presenti nel simile "Altroquando" ottimamente messo in scena da Don Coscarelli nel 1978 (Phantasm) e -prima ancora- da Richard Blackburn in Lemora, la metamorfosi di Satana (1973).
La storia in sé, noiosa metafora sulla maternità involontaria (o meglio: non cercata), non regge per l'intero lungometraggio e, infatti, dopo i primi venti minuti Piccoli demoni si incastra in un meccanismo -ripetitivo e ossessivo- di assedio alla Them o The strangers, fatte le opportune differenze tra gli agenti intrusi, invece che criminali qui spettrali manifestazioni da notte di Ognissanti (All Hallows' Eve da cui, in contrazione, Halloween) e/o fantasmi della mente. Anche se la produzione è canadese, la trama del film (s)cade nel marasma dell'epifania fine a se stessa, tipica della celebrazione festiva americana. Ma sul piano puramente visivo, Bruce MacDonald dimostra di possedere uno stile personale, che risalta nell'uso di filtri deformanti e nella scelta di dare alla fotografia un tono inusuale, quasi allucinato, con tonalità rosso/arancio/rosa. La moda di chiudere il film sull'inizio, particolarmente seguita recentemente nel genere, ha sempre un suo fascino, dando l'impressione di un ciclo -o senso- finito cui guarda una sceneggiatura, invece, debolissima e sfilacciata. Sceneggiatura che passa comunque in secondo piano, grazie alla potenza visiva e alla suadente colonna sonora, questa sì pertinente ed in linea (alcuni pezzi sono caratterizzati da litanie infantili) con il soggetto.
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