Regia di Lina Wertmüller vedi scheda film
La Wertmuller tenta un’operazione con un cast di nomi professionalmente valida, ma non di richiamo, ma l’idea è molto compromessa dalla pesantezza del tono che contraddistingue da sempre questa regista, che d’altra parte scrive anche da sola la sceneggiatura. Un miscuglio di dialetti in cui si riafferma quello siciliano in particolare, che sembra la fotocopia di Mimi, in particolari momenti, e che da furbacchiotta che le sembra di essere cerca di sfruttare, ma come spesso le è successo l’operazione non le va bene. Tutto è molto sguaiato, per non dire pedestre, la storia non è raccontata con la chiarezza necessaria, l’umorismo c’è, ma spesso è troppo greve per rimanere nell’immaginario dello spettatore. Una regista che pensa di essere arrivata chissà dove, ma che a conti fatti è solo un fattore di fraintendimento e sopravvalutazione, molto da parte sua e non di critica.
storia corale non molto coordinata
un tentativo di cinema non adatto a lei
Ripeto, si chiamava Claudio!! Fratello del più noto Gian Maria, e morto nel 1977, penso suicida, anche se coinvolto in movimenti politici estremi
un ruolo nuovo per lui, ma da bravo attore non manca il bersaglio
scoperta dall regists in un film buono Storia D'Amore e di Anarchia, qui in ruolo troppo marcato
volto che abbiamo visto diverse volte, ma nome non molto noto
divertente nella sua partecipazione
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