Regia di Francesco Fogliotti, Enrico Pertichini vedi scheda film
Classe 1927, Guido Ceronetti è nel 2014 ancora attivo - e non poco - in ogni campo su cui abbia ascendenza: scrittore, pubblica regolarmente per case editrici fra le più rinomate nazionali; autore di editoriali e corsivi che compaiono frequentemente sui principali quotidiani; poeta e uomo di teatro, le sue opere vengono messe in scena da un gruppo di fedeli collaboratori, debitamente istruiti e strigliati da lui stesso. Impaziente, ironico, severo al limite della crudeltà, romantico in un senso ottocentesco, pungente moralista, fermamente contrario a ogni innovazione tecnologica da (almeno) mezzo secolo a oggi: Ceronetti esce così da questo documentario, ritratto dagli amici più stretti e da chi lo conosce realmente bene. Perchè nessuno al cinema se ne era ancora occupato, prima di Fogliotti? Sicuramente una spiegazione plausibile è quella che vuole il Nostro come un personaggio schivo e maldisposto verso le telecamere (anche se, già passata l'ottantina, accettò una memorabile partecipazione a Che tempo che fa di Fazio); eppure rimane l'idea di fondo di un Ceronetti 'scomodo', che non fa nulla per rendersi simpatico ai media e all'opinione pubblica. E così lui è da sempre, in effetti, tanto che perfino chi lo conosce da vicino non esita a denunciarne i più aspri difetti, salvo ricordarne naturalmente l'immensa mole di umanità, che reca con sè una moltitudine di ulteriori pregi. Francesco Fogliotti, anche autore del copione insieme al co-regista Enrico Pertichini, conferma con questo documentario le sue ottime doti di illustratore, una capacità di resa estetica che accompagna e arricchisce suoni e parole già ampiamente dimostrata nel precedente cortometraggio su Federico Fellini 8 minuti e 1/2 (2013). Peccato solamente per una cosa: la durata - cinquanta minuti appena - troppo breve per un soggetto così vulcanico, multiforme e inetichettabile. 7/10.
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