Regia di Mauro Severino vedi scheda film
Quantomeno pecca di ingenerosità, questo film, presentandosi come una commedia con protagonisti Montesano e la Bouchet: ingenerosità verso la Mazzamauro, che è la vera spalla del comico romano per tutta la pellicola, mentre l'attrice di origine tedesca compare quasi solo nell'ultima parte. Peccato soprattutto perchè si tratta di una delle rare parti di primo piano affidate alla popolare 'signorina Silvani' della saga di Fantozzi. A parte questo dettaglio, di Tutti possono arricchire tranne i poveri non c'è granchè da dire: è una commediola che sfrutta il classico topos della vincita del totocalcio e si propone di irridere nella maniera più scontata i sogni di gloria - che equivale sempre di più a ricchezza materiale, danaro - dell'italiano medio. Montesano è bravo, ma ha sempre avuto una discreta sfortuna nelle scelte (o addirittura nelle proposte) cinematografiche; Severino non ha avuto una carriera rilevante e probabilmente è questo l'apice del suo percorso artistico. Il ritmo è un po' fiacco e la comicità non proprio ricercata. Soggetto tratto da un testo di Terzoli e Vaime, trasformato in sceneggiatura dal regista con Bruno Di Geronimo; musiche allegrotte di Bixio-Frizzi-Tempera. 3/10.
Modesto impiegato vince una grossa cifra al totocalcio; parte con la moglie verso Montecarlo per fare la bella vita, ma i due finiranno per gettare al vento tutti i soldi per colpa di una contessa...
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