Regia di Christopher Ray vedi scheda film
Occasione mancata che ha alle spalle Christopher Ray, prolifico produttore di cinema z del nuovo secolo per il circuito direct to video americano, celebre per ciofeche quali Titanic II (2010) e Mega Python vs Garotoid (2011), poi passato alla regia con 16 film e un tv-serie alle spalle in dieci anni (potete già immaginare da soli la qualità) con titoli quali Mega Shark vs Crocosaurus (2010). Il progetto nasce quale risposta al femminile della saga avviata nel 2010 da Sylvester Stallone con I Mercenari. L'idea non è niente male, specie alla lettura del cast artistico. David Michael Latt, produttore di serie Z con oltre 250 film in diciassette anni dal 2002 al 2019, finanzia un progetto dal discreto potenziale per il circuito a cui è destinato (quello dei DVD) e dall'alto appeal per gli amanti di B-Movie. Ray si vede giungere sul set la mitica marzialista Cinthia Rothrock (purtroppo limitata a un cammeo e fuori dalle scene d'azione, a parte una montata in modo frenetico), le tarantiniane Vivica A. Fox (la colored che lotta, a inizio film, con Uma Thurman in Kill Bill V.1) e Zoe Bell (una delle più valide stuntswomen di Hollywood, presenza fissa nei film di Quentin Tarantino ivi compreso l'ultimo C'era una Volta a... Hollywood) nonché la cattivissima Brigitte Nielsen che ricordiamo, oltre che in Rocky IV e Cobra, nei panni dell'antagonista in Beverly Hills Cop II (1987) di Tony Scott. Quanto basta a valere la visione, specie se ci mettiamo un po' di taglio pulp e un tocco di grandguignol. Insomma, ingredienti che potrebbero portare anche un regista pessimo quale Christopher Ray a tirar fuori qualcosa di sufficientemente valido, pur se condito da quel gusto kitsch tipico delle produzioni low cost degli anni '80. E invece cosa viene fuori? Di certo un prodotto mediocre, in particolar modo per effetto di un finale trashissimo dove le esagerazioni, tipiche delle produzioni di Ray e di Latt, irrompono inesorabili e ti fanno urlare come in un film di Bruno Mattei (o Vincent Dawn, se preferite). Peccato davvero, perché qualcosa di buono nel film c'è davvero.
Partiamo però per gradi... quelli della birra, ovviamente. La sceneggiatura del mediocre Edward DeRuiter è trita e ritrita. Quattro donne ex militari, condannate al carcere, vengono arruolate dalla Rothrock per compiere una missione suicida: salvare, in cambio della grazia, la figlia del presidente degli Stati Uniti finita nelle mani di un gruppo di terroristi di una non specificata repubblica ex sovietica (sembra il Tagikistan). Cosa vi ricorda questo? Esatto... un misto tra 1997 Fuga da New York e Quella Sporca Dozzina. Purtroppo DeRuiter si rivela incapace di intessere una storia che abbia un filo logico. Il suo copione è di una superficialità e di un'ingenuità unica, sia per i dialoghi (super trash) che per le situazioni proposte. La storia è ambientata in una sorta di città desertica, in cui le mercenarie passeggiano liberamente armate fino ai denti senza dare nell'occhio. Anzi, peggio ancora, finiscono nel covo dei terroristi che le accolgono, capendo ovviamente tutti quanti la lingua inglese, senza quasi sospettare che possano essere delle inviate del governo americano. Dico quasi, perché alla buona Brigitte Nielsen qualche dubbio viene, ma non a sufficienza per debellare la minaccia e questo perché, con una soluzione alquanto assurda, le viene fatto credere che le militari siano lì per contrattare un riscatto per la figlia di un noto magnate cinese da loro stesse rapita.
I vuoti narrativi (pazzesco quello che porta le mercenarie a entrare nell'aereo americano che appare dal nulla, senza pilota ed equipaggio, senza capire chi lo abbia collocato in quel punto) e le situazioni inverosimili proseguono a larga misura e per tutto il corso del film (si veda la scena dove la Nielsen spara più colpi a Zoe Bell, svenuta su un tetto di un furgone e dunque bersaglio fisso, e la manca inspiegabilmente credendo di averla centrata). Peccato davvero, poiché nella smargiasseria dei personaggi si salva qualcosa. Vivica A. Fox tiene bene la scena, anche se spara con le semiautomatiche come se fossero le colt del far west. Zoe Bell, muscolare e decisamente acrobatica, non è un asso nell'interpretazione, ma nei combattimenti dimostra a chiare note il motivo per cui Tarantino la ingaggi sempre per i suoi film. Il lotto delle quattro mercenarie viene completato dalla simpaticissima cino-americana Nicole Bilderback, di gran lunga la più brava nella recitazione (ha lavorato in una serie di serial televisivi di blasone quali Dawson's Creek, Buffy - L'Ammazzavampiri, Dr. House, Er, Cold Case etc), e dall'avvenente Kristianna Loken ovvero il T-X nel Terminator III di Jonathan Mostow. Mica male come cast per uno Z-Movie...
Le quattro eroine, agli ordini di Cynthia Rothrock, se la vedranno contro il gruppo di violenti inetti (viene persino sgozzata in primo piano una giovane adolescente) guidato da Brigitte Nielsen. La biondona danese qua fornisce un'interpretazione che in una pellicola dal maggior budget le avrebbe valso, per dispersione sugli avversari, il razzie award. Probabilmente non aiutata nella direzione, suscita a più riprese e in modo involontario l'ilarità nel pubblico. Ray, invece di giocare sulla freddezza e sull'eleganza di portamento che avrebbero di certo agevolato l'ex compagna di Stallone, chiede all'attrice un'interpretazione sopra le righe e ciò porta la Nielsen a naufragare. La biondona appare convincente solo quando si atteggia da amante delle curve femminili, suggerendo dei gusti sessuali orientati verso il gentil sesso. E' invece inguardabile quando si concede all'azione o urla con espressioni da schizzata. Terribile all'epilogo, complice anche una scrittura che è anche peggio.
La regia è nervosa, modaiola. Ray gioca sul montaggio serrato, sparando una lunga serie di inquadrature che si moltiplicano nelle scene d'azione. Per fortuna la Bell sfoggia capacità da karateka di discreto livello, muovendosi versione Chuck Norris al femminile, e ciò salva più di un momento d'azione. Finalone con esplosioni in palese computer grafica cercate con ingiustificata insistenza, senza tanto preoccuparsi della resa visiva delle stesse. Musiche e fotografia di circostanza. Brutte le scenografie, assai povere soprattutto nella ricostruzione dell'ambiente russo.
Alla fine resta un filmetto che fa storcere la bocca, anzi, da un punto di vista oggettivo, si dovrebbe giudicare pessimo. Con un maggiore impegno e la voglia di fare un qualcosa di diverso, invece che mirare a fare cassa e di strizzare l'occhiolino agli amanti del trash, sarebbe potuto venir fuori qualcosa di carino. Peccato che Ray non ci abbia creduto, peccato davvero perché il cast di attrici era, a mio avviso, quello giusto (certo la Rothrock sarebbe stato bello vederla più in azione). In conclusione non possiamo che definirlo una mezza boiata (dico mezzo perché sono buono), ma l'idea (non il suo sviluppo) è piaciuta ed era vincente.
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