Regia di Robert Wise vedi scheda film
Gli anni 60' secondo la critica ufficiale, sono stati un periodo di decadenza per il cinema americano, dove il sistema degli studios stava venendo meno, e si era alla ricerca disperata di un modo di intercettare i gusti del pubblico. I maggiori imputati sono i musical, che secondo i critici erano totalmente scollegati dalla realtà e presentavano trame banali, rivolte ad un pubblico di famiglie. Ora a mio avviso dare la responsabilità ad un solo genere è stupido, poiché se il cinema USA era in crisi, lo era per vari fattori. Tutti Insieme Appassionatamente, è l'ultimo musical dell'epoca classica, uscì giusto in tempo nel 1965, prima che fosse troppo tardi e venisse spazzato da un nuovo modo di fare cinema. L' AFI l'ha messo nei migliori 100 film americani di sempre ed è tutt’oggi il terzo miglior incasso di tutti i tempi, più oscar miglior film; cosa ne resta oggi? In effetti indagando un po', è un film che piace molto al pubblico (tranne in Italia, noi ci siamo distinti) e poco alla critica europea (ma anche l'anticonformista Kael ci andò giù pesante), infatti mio nonno rincoglionito dal “vero” cinema (che non ho mai capito quale fosse) lo detesta alla grande.
Siamo a Salisburgo, fine anni Trenta. Alla novizia Maria (Julie Andrews), di buon cuore ma da sempre riottosa alla vita di convento, viene affidato l'incarico di crescere i sette figli del capitano di marina in congedo Georg Von Trapp (Christopher Plummer). L'uomo, vedovo, è introverso, severo e inflessibile; la nuova governante invece è frizzante, canterina e adorata dai figli di lui. Dopo gli iniziali conflitti i due a poco a poco si avvicineranno.
Se qualcuno ha letto qua e là le mie recensioni, vede che c'ero andato giù pesante con questo musical di durata mastodontica (3 ore) e con contenuti leggeri (e gli faccio un complimento). Chi l'ha visto da piccino o ha una visione buonista del mondo, lo apprezzerà moltissimo, ma visto da grandi come il sottoscritto e con cognizione di causa si capisce benissimo che si trova innanzi ad un film che preso in modo sbagliato, fa' considerare il taglio delle vene, una soluzione praticabile durante l'intermezzo (se fosse durato solo 40 minuti in meno, sarebbe stato molto meglio). Fortunatamente il tempo e una seconda visione hanno aiutato, ed in tutta onestà, pur avendo tanti difetti, non è poi così malaccio come lo giudicai a prima vista. Sostanzialmente i produttori hanno preso Julie Andrews (fresca di oscar) e l'hanno messa in un ruolo fotocopia di Mary Poppins (uscito l'anno prima), senza che vi sia però neanche un minimo di carica fantasy nel personaggio a differenza dell'altro film. Sostanzialmente vedere tre ore di Julie Andrews che praticamente canta bene (solo quello però); ma non riesce mai a dare spessore umano al suo personaggio, che non ha un percorso di crescita, salta qua e là a caso, e sorride a 32 denti per tutto il film, rappresentando appieno i difetti che la critica imputa a tali film. È innegabile che il musical è il territorio dell'attrice, e purtroppo quando la stagione di tale genere finirà, verrà spazzata via; fortuna per lei che il marito Blake Edwards ne decostruirà l'immagine e le farà fare 3-4 film di buono-ottimo livello (più il capolavoro Victor Victoria).
Tra canzoni indimenticabili ed orecchiabili (belle le panoramiche in elicottero e poi l'avvicinamento in carrellata dall'alto su Julie Andrews sulle colline), Wise porta il musical definitivamente in esterna e all'aria aperta, liberandolo dalla teatralità e questo gli và riconosciuto, anche se si dimostra incapace delle volte di la melassa che tracima, nonché di dare un po' di ambiguità a dei personaggi che lo richiedevano. Questo è anche colpa di un Cristopher Plummer che fa’ un padre padrone da operetta e per questo non m'ha detto nulla, anche se devo dire che è un fenomeno... riesce a recitare con il solo movimento della mandibola, la parte superiore al labbro sembra che sia fissa. Un genio!
I bambini sono ben sette, non pervenuti per lo più (la ragazza più grande è l'unica più approfondita) e si dimostrano molto goffi nelle coreografie (ah... ma in casa Von Trapp non si usavano i contraccettivi? Vabbè se Julie Andrews arrossisce pudicamente, per un semplice ballo con Von Trapp, il sesso è un qualcosa di troppo elevato da capire per lei).
La regia di Wise valorizza i bei paesaggi di Salisburgo, ma ho faticato a capire perché obera di filtri i primi piani dei suoi personaggi femminili... non stanno sognando e né sono immersi in un'atmosfera onirica o idilliaca (il paesaggio è bucolico, ma lo si capisce vedendolo subito; non c'è bisogno di fare didascalismo visivo fine a sé stesso).
La sceneggiatura scritta da Lehmnan è la perfetta esemplificazione di leggerezza da musical, poiché la trama non esiste, ogni scontro è proibito, il male non tange nessuno, e quando c'è, risulta essere pura operetta. Questo musical, visto anche l'anno d'uscita, è un palliativo a tutti i problemi presenti nel mondo; in effetti sembra stare all'interno di una campana di vetro (la catene montuose simboleggiano questa sorta di protezione), anche se la suora dira’ che le mura del convento non sono una protezione per fuggire dai problemi; beh... il film invece mostra tutt'altro messaggio.
Prese in giro a parte, difetti ve ne sono a palate, ma vi sono anche dei pregi come ho già detto, e quindi visto l'amore del pubblico verso tale film, e tutto sommato ad una seconda visione è anche riuscito ad intrattenermi (il suo scopo era quello), non me la sento quindi di dare un'insufficienza.
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