Regia di Robert Wise vedi scheda film
Puntualmente replicato durante qualsiasi festività, e onnipresente nei palinsesti teatrali, questo allegro ed edificante musical, che ha collezionato ben cinque premi Oscar, tra cui quello per la colonna sonora, resta tutt’oggi uno dei più amati, e non ha perso gran parte del suo smalto, nonostante la narrazione appaia un po’ datata e a tratti stucchevole.
Merito di una storia semplice e romantica, ispirata tra l’altro a persone reali, ambientata in un’incantevole ed elegante Austria alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, che vede per protagonista una esuberante novizia, Maria (la strepitosa cantante e ballerina Julie Andrews), croce e delizia delle consorelle per la sua vivacità e la sua trasgressione delle rigide regole imposte dalla vita monacale, tanto da indurre la madre superiora ad inviarla presso il barone Von Trapp (l’affascinante ma un po’ legnoso Christopher Plummer), austero comandante di Marina in congedo, vedovo e padre di ben sette figli, cui la giovane ragazza dovrà fare da istitutrice durante le vacanze estive.
Sarà grazie alla sua spontaneità e alla comune passione per la musica che Maria riuscirà a far breccia prima nel cuore dei ragazzi e poi in quelli del burbero capitano, aiutandolo a riscoprire il valore della famiglia e dei sentimenti e trovando lei stessa uno scopo in un mondo che sta cambiando e distruggendo ogni speranza di pace.
Il finale vede infatti l’intera comitiva costretta a fuggire attraverso le montagne svizzere, per allontanarsi dal nazismo che avanza. Le canzoni ovviamente sono la parte fondamentale della pellicola, e si rivelano tutte inserite al momento giusto, frizzanti, ironiche, orecchiabili, interpretate in maniera naturale e convincente con coreografie semplici riprese e inserite in sfondi da cartolina; sorprende che la produzione abbia voluto che le canzoni venissero tradotte nelle lingue dei paesi di destinazione, e così le troviamo doppiate anche in italiano da un ottimo cast vocale di stampo disneyano (anche se gli adattamenti dei testi non sempre sono all’altezza degli originali).
Il ritmo, nonostante la pellicola duri quasi tre ore e alcuni passaggi appaiano ripetitivi, con il riutilizzo delle stesse canzoni, rimane accettabile e la stanchezza non si fa troppo sentire durante la visione, anche grazie alla freschezza e genuinità dei dialoghi e delle interpretazioni, che trasportano letteralmente in un'altra epoca, in un cinema privo di fronzoli, forse anche un po’ ingenuo e buonista ma capace di colpire dritto nei suoi messaggi essenziali e rivolti a tutti.
Una boccata di buonumore e serenità.
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