Regia di Edoardo De Angelis, Francesco Prisco, Guido Lombardi (II) vedi scheda film
Napoli in stile patchwork. Tre episodi con un unico fil rouge: i napoletani e gli stranieri
Il film, composto di tre episodi, è diretto da altrettanti registi Francesco Prisco, Guido Lombardi e Edoardo De Angelis, chiamati a raccontare pillole di Napoli. La prima storia, “Nino e Yo-yo” diretta da Guido Lombardi, ha come protagonista un portiere, di un grande condominio, Nino, interpretato da Gianfelice Imparato, un fannullone e cialtrone che conoscendo le segrete magagne dei condomini, li tiene “per le palle” e cosi si permette il lusso di oziare, sua sorella Anna, donna extra large, per arrotondare accudisce al piccolo Chang, poiché la madre è impegnata col suo lavoro. Nino, che non ha in simpatia i cinesi, non è molto cordiale con il piccolo, anche se è un ragazzino silenzioso e operoso. Tuttavia quando Anna va in vacanza per una settimana, Nino sarà costretto a prendersi cura di Chang, soprannominato ironicamente Yo-yo, ritrovando poi uno sviluppo inaspettato e piacevole alla forzata condizione.
Questo primo breve racconto, ha una scrittura maliziosamente scherzosa, mantenuta viva da un ritmo frizzante. Il secondo episodio Luba, vede protagonista appunto Luba, una matura donna ucraina, costretta per vicissitudini giudiziarie del marito, a scappare dal Paese, dove era una popolare conduttrice televisiva, finita a fare la badante a un anziano e capriccioso napoletano. Vessata dai suoi datori di lavoro, è licenziata per un banale errore e si ritrova di notte a peregrinare per le strade in cerca di un posto dove dormire, in una Napoli notturna tutt’altro che rassicurante, le capita di imbattersi in un tipaccio ed essere scambiata per una prostituta e doversi strenuamente difendere. Ottima l’interpretazione della sua protagonista, Valentina Lapushova, alla sua prima esperienza nel Cinema, dà una perfetta caratterizzazione al suo personaggio, fiero e angustiato. Il terzo e ultimo episodio, diretto da Edoardo de Angelis, porta il titolo di “Magnifico Shock” e racconta la paradossale giornata che capita ad Amila, giovanissimo cingalese garzone di un bar, del centro città, al suo primo giorno di lavoro, gli viene raccomandato di farsi saldare subito i conti, cosi incontra nella sede di radio Kiss Kiss, la sedicente “vedette” Miriam, intervistata, da chi, ironicamente ripercorre le tappe del suo tour, tra Caivano e Calvizzano. Il ragazzo per poter riscuotere il conto, si ritrova nell’auto che accompagna la promessa della musica su un’appariscente limousine, Miriam è una ragazza infelice, che coltiva velleità di star, ma in sostanza è una poveretta che si arrabatta tra matrimoni, comunioni e soprattutto serenate, all’insegna del trash più spinto, alle prese con un impresario “chiacchierone” avrà un momento di forte intimità e poi di complicità col ragazzo, per poi tristemente tornare alla sua vita. Tra ironia e sarcasmo la Napoli effervescente e bizzarra, fatta di sfarzi ed esagerazioni, quella del "boss delle cerimonie" per intenderci. Il fil-rouge che tiene uniti gli episodi è il rapporto tra i napoletani e gli stranieri, conflittuale e contradditorio, a volte di pacifica convivenza e in altre occasioni all’insegna del più becero razzismo. Il titolo è provocatorio, sembrerebbe voler dire: venite a vivere a Napoli e vedrete che vi succede
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