Regia di Sergio Martino vedi scheda film
Una delle cose più brutte che possano capitarti è di vedere, a 5 anni, assassinare tua madre davanti ai tuoi occhi. Ma una cosa peggiore forse c'è: ed è vedere che ciò accade alla Fenech in un film di Sergio Martino. Sì, il regista di immarcescibili capolavori come Giovannona Coscialunga o La moglie in vacanza, l'amante in città si proponeva ai suoi esordi come autore di thriller vagamente sanguinolenti in cui fare sfoggio di effetti speciali realizzati in cantina e delle ben note poppe della Fenech. Questo Tutti i colori si affianca idealmente allo Strano vizio della signora Wardh ed al Tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, realizzati tutti a breve distanza e con la stessa protagonista, in un'ideale triologia in cui le cose migliori sono senz'altro i titoli. La storia di questo film è di una banalità sconcertante ed i morti fioccano con una frequenza preoccupante, denotando un certo sprezzo per la vita umana; è una questione di civiltà, a questo punto, segnalare i nomi degli sceneggiatori: tali Sauro Scavolini ed Ernesto Gastaldi, che Wikipedia ci segnala come 'non accreditato' nella stesura del copione di C'era una volta in America. Meglio rimanere perplessi e non indagare oltre. Il risultato è una caricatura involontaria dell'horror/thriller, per intenderci, alla Dario Argento. Pessimo.
Una donna, reduce da un aborto, è perseguitata dal ricordo della madre assassinata davanti ai suoi occhi, quando aveva 5 anni. Va così da uno psichiatra (!), ma questi le dice che, siccome sa già qual è il trauma che la disturba, lei sta benissimo (!!). Poi una vicina di casa la trascina ad un sanguinoso e vizioso rito di magia nera, mentre un individuo sospetto continua a pedinarla. Morale della favola: è tutto architettato da sua sorella per estorcerle dei soldi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta