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Mistress America

Regia di Noah Baumbach vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Mistress America

di alan smithee
6 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015 - SELEZIONE UFFICIALE

Si può riuscire a realizzare i propri obiettivi, anche quelli più ambiziosi, senza far del male a chi ci sta vicino o semplicemente senza farsi voler male dalle persone che ci convivono vicino e con le quali si cerca di stabilire un equilibrio, un'intesa, frutto anche, in questo caso, di una nuovo e seppur indiretto legame familiare?

Il padre vedovo della trentenne Brooke (Gerwig) sta per sposare la madre della studentessa ventenne Tracy: perché non incontrarsi per divenire due vere sorelle e prepararsi al matrimonio dei genitori?

Bella idea, almeno sulla carta, non fosse che da quella che pare un'intesa naturale e perfetta, scaturisce il presupposto perfetto per far venire a galla insoddisfazioni cocenti e nevrosi che ognuna delle ragazze prova e sente da tempo circa l'incapacità di affrontare come si vorrebbe gli ostacoli delle relative esistenze, raggiungendo gli obiettivi spesso ambiziosi che ognuna delle due vorrebbe veder spianarsi davanti a sé.

Da una sceneggiatura brillante e furbetta scritta a quattro mani da Noah baumbach, il re dei cineasti indipendenti U.S.A. e da greta gerwig, già sua musa del fortunato Frances Ha, ecco una nuova miscela esplosiva tutta dialoghi ironici e sfrenati, tutta schizzi emozionali e nevrosi che vengono a galla trasformando un'intesa perfetta in una baraoda litigiosa che diverte e fa anche un pò pensare.

Il sogno di aprire un ristorante da parte della sorellastra più grande si sbriciola facilmente quando gli amici, conti alla mano, la rendono edotta di come i suoi progetti siano belli e perfetti nella toeria ma molto meno nella pratica; sua sorella sogna di divenire una scrittrice affermata, di venir scelta a far parte di un club esclusivo di studenti scrittori, e per questo non si fa alcun problema nel trovare nella sorellastra l'eroina "sfigata" e quindi perfetta per renderla celebre ed apprezzata.

Sarà la solitudine a risolvere conflitti in apparenza sanabili, e una festa obbligata come quella del Ringraziamento rinsalderà un'intesa che pareva rotta per sempre.

La coppia Baumbach/Gerwig indubbiamente funziosa, Gerwig attrice incanta con la sua disarmante e dinoccolata presenza, così come apprezzabile è la presenza dell'attrice sconosciuta Lola Kirke che interpreta la giovane sorellastra mancata; ed il piccolo film diverte per leggerezza e senso dell'ironia, anche se tutta questa ossessione per la scoperta della propria realizzazione, argomento sempre un pò al centro delle commedie moderne sulla gioventù in cerca di cosa fare da grandi, tende a divenire un pò troppo ogorroico e fine a se stesso, come se i due sceneggiatori si stessero rendendo conto di prendersi in fondo troppo sul serio, e non riuscendo completamente a stemperare questa impressione con una benevola dose di ironia ed umorismo, in ogni caso salvifiche.

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