Regia di Robert Rossen vedi scheda film
Un reporter viene mandato a realizzare un servizio sul candidato a un’elezione locale, che sta sfidando i poteri forti senza lasciarsi intimidire (“Che ha di tanto speciale?” “Dicono che sia un uomo onesto”): avrà modo di seguirne da vicino la parabola, ascendente sul piano politico e discendente su quello umano (“Ho imparato a vincere”). Quando ho visto questo film per la prima volta, il cambiamento del protagonista mi era sembrato troppo brusco e poco giustificato. Rivedendolo dopo tanti anni, e dopo che la realtà ce ne ha mostrato di ogni, mi devo ricredere: in effetti c’è qualche scompenso narrativo (dovuto anche ai tanti interventi in fase di montaggio, apprendo dal Mereghetti), ma mi sembra un difetto scusabile rispetto alla nettezza con cui vengono definiti il punto di partenza e quello di arrivo. Il potere è una droga che genera assuefazione, ecco il nocciolo: quindi è perfettamente logico che nella sua infatuazione Willie Stark diventi uno squalo come gli avversari che combatteva, e che costoro decidano di usarlo per mantenersi in sella. Oscar meritati a Broderick Crawford e all’esordiente Mercedes McCambridge; ma anche John Ireland e Joanne Dru, che nella vita si erano appena sposati, duettano con rabbiosa intensità. Il titolo deriva dalla filastrocca di Humpty Dumpty, che sono sicuro di aver letto a suo tempo sui titoli di testa e che ora è misteriosamente scomparsa.
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