Regia di Alan J. Pakula vedi scheda film
Dopo l’effrazione al Watergate (Complex) del giugno 1972, ma prima dell’esplosione dell’omonimo scandalo (1974-1975), ci fu una lunga, laboriosa e sudata inchiesta giornalistica. Tutti gli uomini del presidente la ripercorre passo passo, ne ripropone i (tanti) impasse e i (rari) momenti di svolta (senza far mancare insegnamenti preziosi per chi voglia imparare a fare giornalismo d’inchiesta - sempre più merce rara nella nostra Italietta - come la regola aurea per cui bisogna “seguire il denaro”).
Tuttavia - nonostante un sistema giuridico (quello americano) molto corrivo nell’interpretazione del principio della libertà di stampa (per cui pezzi giornalistici anche molto compromettenti possono tranquillamente basarsi su informazioni di fonti confidenziali anonime, che non si fanno neppure problemi a smentire tutto da un giorno all’altro) - l’inchiesta (e con essa il film) procede a rilento, fra continui Stop and Go. La reticenza la fa da padrone e tutto s’impantana. "Gola Profonda" non parla… o forse non è così profonda come dicono. Passano i minuti e i pezzi del puzzle da incasellare sono ancora molti (e intanto aumenta la snervante insofferenza per un colpo di scena che tarda ad arrivare). Anche i protagonisti sono sull’orlo (esagero) di un esaurimento nervoso. Il posto di lavoro è in bilico, non si può più attendere oltre…
E poi cosa succede? E poi - giusto nell’ultimo momento utile - una martellante macchina da scrivere compone, senza interruzioni, quello che si era atteso per tutto il film. Finalmente lo scandalo Watergate prende forma. Ma intanto il film è bell’e terminato (nello spiazzante silenzio dei titoli di coda).
Un finale così poco appagante (tanto da lasciare l’amaro in bocca) non me l'ero proprio figurato.
Voto: 3 stelle (e forse sono persino troppe).
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