Regia di Mark Osborne vedi scheda film
Il toccante e celebre racconto capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry aveva già subito altri adattamenti per il piccolo e il grande schermo in passato, ma questa produzione francese firmata da Mark Osborne (tra i “papà” di Kung fu Panda, 2008) intende distinguersi e distanziarsi in parte dalla storia originale presentandosi come una sorta di what if o sequel, riuscendo parzialmente nel suo intento, soprattutto a causa di una certa pesantezza narrativa che rende la visione poco fruibile per un pubblico che ne sconosca la fonte di ispirazione.
Se infatti protagonista della nuova versione è stavolta un’anonima e diligente bambina, resa quasi succube da una madre completamente annullata dalla carriera che desidera tracciare per lei una vita di successo, condizionandone qualunque scelta, l’aviatore, narratore e protagonista della vicenda originale, diventa un comprimario, il cui ruolo è però inevitabilmente essenziale nella trama. Sognatore eccentrico e un po’ svitato, questo vecchietto che vive in una casa fatiscente e ricolma di invenzioni e cianfrusaglie, tentando di riparare un vecchio aeroplano, conquisterà l’interesse della bambina e sarà grazie alla sua vicinanza e al racconto del suo incontro con il misterioso e malinconico Piccolo Principe che questa riscoprirà l’importanza di quei valori umani fondamentali come l’amicizia, l’amore, la fantasia che nella nuova asettica società, tutta improntata al profitto e al dovere, sono andati perduti, rendendo anche i bambini degli adulti, privi di qualunque sogno e costretti ad ubbidire al volere dei grandi.
Raffinato, poetico, onirico, a tratti cupo e contorto, ma mai veramente divertente, nonostante la comicità in alcuni momenti suscitata dal vecchietto con i suoi tentativi di riparare un trabiccolo che proprio non vuole saperne, e da alcuni personaggi di contorno che appartengono all’opera di riferimento, questo adattamento ha il pregio di riuscire a rielaborare in maniera abbastanza originale una storia di base in fondo molto semplice e stringata, quanto ricca e metaforica nella sua essenzialità, fondendo il materiale di partenza con alcune trovate indovinate, arrivando addirittura a far convergere i due piani del racconto con un colpo di scena finale inaspettato quanto un po’ confuso.
Sul piano visuale la resa è nella media, seppure è interessante la scelta di rendere le parti riguardanti la vicenda del Piccolo Principe con il complesso e artigianale metodo della stop motion, il che conferisce a questi momenti un’aura quasi sognante e fuori dal tempo. Ricco il cast vocale, sia nella versione originale, in cui spiccano tra gli altri Rachel McAdams, James Franco, Jeff Bridges, Marion Cotillard, Paul Giamatti, sia in quella italiana, in cui ascoltiamo le voci di Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Micaela Ramazzotti, Toni Servillo, Alessandro Gassmann.
Non è un cartone proprio adatto ai piccolissimi, perché poco spiritoso e solare, a tratti anzi lento e alquanto noiosetto, è apprezzabile però da chi ha amato e ama rileggere l’immortale opera di Saint-Exupéry, qui rivisitata e riportata alla vita con uno sguardo inedito e in parte sorprendente.
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