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Broen - Stagione 2

Regia di Henrik Georgsson, Morten Arnfred vedi scheda film

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La recensione su Broen - Stagione 2

di bradipo68
9 stelle

Produzione : Svezia , Danimarca ( Norvegia, Germania)
Episodi : 10 da 58 minuti cadauno.

13 mesi dopo la conclusione del caso del sedicente Terrorista della Verità, Martin Rohde e Saga Noren, rispettivamente funzionari della polizia di Copenaghen e di Malmo, si ritrovano assieme per risolvere un nuovo caso che interessa le due nazioni. E il ponte Oresund , che collega la Danimarca alla Svezia è sempre indiretto e inconsapevole protagonista.
Una nave container con apparentemente nessuno a bordo si schianta contro uno dei pilastri del ponte.
Una volta saliti sulla nave i militari della Guardia Costiera scoprono che al suo interno ci sono cinque ragazzi , tre svedesi e due danesi, incatenati , quindi tenuti prigionieri contro la loro volontà. E all'ospedale viene appurata che sono affetti da una gravissima forma di peste polmonare, una malattia provocata da un batterio trafugato in un laboratorio farmaceutico, che li porterà a morte in poco tempo.
Il rischio è quello del contagio globale anche perchè c'è  la rivendicazione di un gruppo di attivisti che vuole porre all'attenzione dell'opinione pubblica i problemi legati al cambiamento del clima e allo sfruttamento delle risorse che condurranno presto a morte il pianeta.
E questo è solo l'inizio di una complessa macchinazione....


Squadra vincente non si cambia si saranno detti nelle stanze dei bottoni della televisione svedese e danese e la seconda stagione di Bron/Broen è testimonianza di questo assioma.
La maggior parte degli ingredienti sono mutuati dalla prima stagione , due personaggi la cui alchimia è gran parte della riuscita di questa serie tv, il fascino della plumbea ambientazione scandinava, una sceneggiatura piuttosto complessa ( ancor più rispetto alla prima stagione) in cui le varie linee narrative convergono solo dopo alcune puntate.
C'è una maggior attenzione ai personaggi secondari ( alla squadra che fa da corollario alle indagini di Martin e Saga) e ci sono anche i consueti macigni etici lasciati lì in bella mostra pronti per essere elaborati dallo spettatore.
Mentre perde di importanza la vita sentimentale inquieta di Martin ( Mette è un personaggio ormai secondario, ma c'è spazio per un piccolo flirt con una collega della nuova squadra Pernille) la serie è percorsa trasversalmente dal rapporto tra lui e Jens, chi ha visto la prima stagione sa che ruolo abbia questo personaggio, che diventa una sorta di Hannibal Lecter , sfruttato per le sue capacità investigative, almeno in apparenza, perchè questa relazione nasconderà il colpo di scena più grande di questa seconda stagione, ancora più della risoluzione di un intrigo internazionale complicato anche da fattori politici.

C'è spazio anche per la vita privata di Saga, convivente col mite Jacob, ma in realtà disinteressata per il suo disturbo relazionale a qualsiasi tipo di legame sentimentale.
Saga vive nel suo pianeta, un posto dove abita solo lei e dove non trova posto neanche uno come Martin che per sua stessa ammissione è l'unico amico che ha. O perlomeno qualcosa che si avvicini al suo concetto distorto di amicizia.
Però comincia a somigliare a qualcosa di più umano, non è più solo una specie di hubot ( cit. Real Humans) come nella prima stagione.
La seconda stagione di Bron/Broen si conferma sugli altissimi livelli della prima , pur perdendo qualcosa in termini di effetto sorpresa ha la capacità di osare ancora di più nella complessità dell'intreccio , c'è maggiore densità di avvenimenti e si impiega meno tempo a essere catturati.
Pur non essendo action , pur non scorrendo l'adrenalina a fiumi come in un film alla Mission Impossibile, il passo lungo della fiction scandinava qui appare un po' meno lungo di quanto preventivato trattandosi di una serie nordica, anzi c'è un ritmo piuttosto sostenuto che è necessario per stare dietro a tutti i mille risvolti di una vicenda criminale che presto si trasforma in una drammatica corsa contro il tempo.

Altra cosa da sottolineare il finale: rassicurante fino a due minuti dalla fine di questa seconda stagione, un finale quasi da film hollywoodiano anche se vengono lasciate alcune porticine aperte.
Insomma un quadro quasi idilliaco , a tarallucci e vino ( anzi con biscotti danesi e superalcolici) e poi a esattamente due minuti dalla fine della puntata il colpo di scena che non ti aspetti.
Un qualcosa che mette in discussione il rapporto tra Saga e Martin.
Una elegantissima mazzata nelle gengive.
E ritorniamo al punto di partenza sulla mia avversione alla serialità: non per la scarsa qualità ( qui più cinematografica che mai ) ma solo per l'attesa che crea perchè io sto già qua ad aspettare l'inizio della terza stagione.
Che è prevista per settembre 2015.

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