Regia di Alberto Sordi vedi scheda film
Di "Tutti dentro" si possono dire con una certa cognizione di causa,due cose:che è stato il primo titolo del declino al botteghino di un beniamino degli italiani ,e che anticipò di sette anni l'ondata di Tangentopoli,parlando chiaramente di un sistema di corruzione espanso a tutti i livelli di potere nella nostra nazione.Al di là della considerazione che Sordi è troppo avanti con gli anni per risultare già credibile come magistrato in carriera,questa sua regia,come spesso gli accadeva,naufraga in un qualunquismo di fondo piuttosto scandito,abbozza i concetti ma li esprime grossolanamente,e a livello divertimento c'è poco da dire,se non che la sceneggiatura è loffia alquanto,e pure certi vaghi guizzi attoriali di Albertone non rendono come altrove.Anzi,in una rappresentazione che fisicamente vuol richiamare l'estroso e balzano look dell'allora ministro Gianni De Michelis,il protagonista e regista pone più maniera che talento,mostrando la corda nella conduzione,approssimativa,del racconto,dirigendo maluccio gli attori (neppure Joe Pesci figura granchè bene,qua),dà qualche stoccata alla Rai Tv,e alla fine vorrebbe far passare il messaggio che c'è poco da fare, l'Italia è un calderone in cui si sta bene al caldo della stasi e della corruzione,che rende più facile tante cose.Mica sbagliato,certo,e lo sappiamo purtroppo anche bene,ma il film è mediocre,e non è certo tra le cose più memorabili di una carriera splendida,di un grande del nostro cinema.
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