Regia di Veronica Pivetti vedi scheda film
Inutile girarci troppo intorno: il debutto alla regia di Veronica Pivetti è un tv movie maggiorato a film per le (poche) sale. Appiattito su stereotipi e modi di fare per un pubblico generalista da piccolo schermo - tanto nel linguaggio, quanto nella strutturazione dei personaggi -, abbozza riflessioni che mantiene sulla superficie piccolo borghese di una prospettiva di lettura che non scontenti nessuno. Le figur(in)e in gioco sono in ritardo di un decennio, tra una madre progressista solo a parole, una trattazione del bullismo e dell’omosessualità grossolana e una collezione di macchiette che vorrebbe scimmiottare certo stile demenziale d’oltreoceano, ma finisce per sembrarne un parente povero di idee ed espedienti comici. «Vendo gli ovuli. Li faccio... tipo... li covo... li piazzo online e li vendo»: l’intenzione è quella di convocare quante più linee d’indagine sociale possibili, ma, così facendo, Pivetti smarrisce lo spessore dei problemi e finisce per riempire il suo calderone con acqua di rose. Né Giulietta né Romeo è né carne né pesce: non una commedia graffiante, né tantomeno un’opera sociale sui grandi temi dell’adolescenza. È un po’ di tutto questo, annegato da un impianto estetico professionalmente televisivo e da un comparto attori incapace di connotare i personaggi e sopperire, così, alle lacune di una scrittura per famiglie. L’opera seconda andrà meglio, ne siamo certi, ma un cambio di destinazione mediale sarebbe opportuno.
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