Regia di Alice Winocour vedi scheda film
Un militare messo in aspettativa a seguito dei traumi subiti in battaglia, finisce col fare da guardia del corpo ad una ricca moglie di un malavitoso invischiato con la politica e al loro figlio.
Più che al fumettone harmony con la coppia Costner/Houston la regista sembra trarre ispirazione dalla New Hollywood (il reduce traumatizzato, il lungo precipitare degli eventi fino allo scontro finale): soltanto che qui non siamo nei ruspanti USA degli anni ’70, bensì nell’Europa un po’ snob contemporanea.
Il film risulta privo di qualsiasi appeal, sia a livello di trama (veramente ridotta ai minimi termini), che di ritmo (in un film di un’ora e mezza, succede qualcosa – poco - solo dopo 50 minuti).
Non aiutano i personaggi: il protagonista (un Matthias Schoenaerts mai così “Raul Bova de lorantri”) è l’unico vagamente abbozzato per quanto si limiti a passare da uno stato vegetativo a scatti di rabbia per un nonnulla, mentre gli altri personaggi non superano lo status di macchietta sullo sfondo (il bambino, per quanto spesso in scena, ha una partecipazione attiva alla vicenda e ai dialoghi al limite dell’autismo).
Non aiutano a salvare la baracca nè la regia, che ogni tanto si concede pure velleità pretenziose del tutto fuori luogo, né la musica di ispirazione vagamente carpenteriana, ma decisamente più brutta e quasi sempre usata male e fuori contesto.
Il finale lascia il dubbio se si tratti di un risibile happy end o solo di una fantasia onanista del protagonista.
Però quanto meno non cantano I Will Always Love You
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