Regia di Bo Mikkelsen vedi scheda film
La rinascita del cinema "zombie" ha contagiato pure la compassata Danimarca, generalmente foriera di un altro tipo di Cinema. Bo Mikkelsen, al suo esordio nel lungo, ci porta nel sobborgo di Sorgenfri, grosso quartiere vicino a Lyngby, dove la solita epidemia inspiegabile trasforma, provate a indovinare, i cadaveri in zombie assetati di sangue. Wow. Se nella tradizione del cinema zombie, i nostri simpatici "divora cervello" possono ormai dividersi in due categorie, quelli che camminano e/o caracollano e quelli che corrono, qui siamo in una via di mezzo. Particolari novità non ci sono: persino il quartiere aggraziato, pulito, ariano, dove tutti si vogliono bene, sono belli e biondi, nelle loro villette a schiera, pare una fotocopia di quelli "amerigani". La costruzione della trama è la solita, con un lento crescendo di inquietudine domestica, fino all'apparizione del primo zombie, più o meno dopo un'ora di film: se considerate che dura 80 minuti, fate un po' voi. Tutti svolgono il loro compito, senza strafare e senza essere troppo stupidi, in fin dei conti sono danesi e una certa capacità di recitazione rimane anche in film di genere come questi. Una sveltina horror che si lascia guardare e che purtroppo presuppone un secondo episodio, visto il finale. Speriamo di no. Non avrebbe alcun senso. Menzione speciale per Marie Hammer Boda, a me sconosciuta, ma fanciulla di una beltà rara. C'è del marcio (anche) in Danimarca, e ha molta, molta fame.
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