Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
L'ultimo film di Luca Guadagnino possiede qualcosa di strano. Sembra avere delle intenzioni che finiscono poi per sfociare in altre. Quasi come se non fosse capace di spiegarsi. Così, la pellicola finisce per sembrare pomposa, piena di cose che non sembrano avere ne capo ma che, solo alla fine, sembrano realizzarsi, almeno alcune. Nulla da eccepire sui protagonisti, capaci di interpretare ogni sfaccettatura dei personaggi che rappresentano, in particolar modo Tilda Swinton, capace di catalizzare su di se l'attenzione pur essendo muta per l'intero film, fatto salvo per qualche sporadica battuta, e Ralph Fiennes, produttore musicale donnaiolo che vive la vita al massimo, eccedendo in ogni sua forma; quel personaggio sopra le righe sembra calzargli a pennello, il vigore, il carattere e le espressioni che lo animano, sono l'unica reale attrattiva di tutta le pellicola, oltre alla location che meriterebbe un encomio a parte, la stupenda Pantelleria, ripresa al massimo del suo splendore. Strano il finale accelerato, con Corrado Guzzanti che sbeffeggia un maresciallo dei carabinieri, incapace di collegare un colpevole all'omicidio, enfatizzando la nostrana capacità di puntare il dito contro gli stranieri che, in particolar modo in questa circostanza, occupano il posto dopo gli sbarchi e, allo stesso modo l'incompetenza di raccogliere prove e sviluppare indagini. Anche quest'ultima sequenza è l'esempio palese di quella incongruenza di intenzioni di cui sopra. Guardare per credere e capire meglio di cosa parlo. Solo per i più coraggiosi.
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