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A Bigger Splash

Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film

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La recensione su A Bigger Splash

di will kane
7 stelle

Ambientazione italiana, Pantelleria d'Estate, cast assai internazionale, Tilda Swinton, Ralph Fiennes, Matthias Schonaerts, Dakota Johnson, sceneggiatura che in pratica rifà "La piscina", cult erotico/thriller del 1968 di Jacques Deray, in cui gli amanti spinosi Alain Delon e Romy Schneider si desiderano e feriscono, con lui che compie un delitto tra i più verosimili e goffi visti al cinema, e regia di casa nostra, visto che firma Luca Guadagnino, nome già apprezzato da molti cinefili, ma che con questo film ha fatto il salto grosso, dato che gli ha aperto le porte per girare il remake USA di "Suspiria". La rockstar matura Swinton ha avuto un'operazione alle corde vocali importante, e nella propria abitazione sicula, con cui vive con il più giovane Schonaerts, riceve la visita dell'ex Fiennes, che si è portato dietro la figlia Johnson, che fino a due anni prima non conosceva: tra l'altro, proprio l'ex compagno ha presentato il nuovo alla protagonista, e all'aria festosa di inizio incontro si sostituiscono via via sempre meno chiari rapporti e atteggiamenti di tutti, fino a qualcosa che cambierà tutto. Come ne "La piscina", nella seconda parte c'è una certa flessione di ritmo, e il finale, forse, non è gestito al meglio, però c'è da dire che "A bigger splash" vive di intuizioni registiche, Guadagnino gira e realizza immagini a un passo dal narcisismo, ma che colpiscono l'occhio e dimostrano che l'autore sa affascinare lo spettatore: il quartetto di protagonisti ( cui si aggiunge un inedito Corrado Guzzanti in versione siciliana, poliziotto da parodia) giostra con intensità il gioco di amore, gelosia, tradimento e confidenza che si delinea fin dalle prime scene, e fa capire che la troppa fisicità che c'è in rapporti già sui generis, porta a derive pericolose. Dramma a tinte gialle, o thriller dalla forte connotazione drammatica, può lasciare anche interdetti in certi passaggi, ma è un'opera che sa accattivarsi l'interesse dello spettatore, e certifica forte e chiaro un regista di  sguardo denso e respiro ampio.

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