Regia di Mario Soldati vedi scheda film
Nella prima metà degli anni cinquanta Soldati ebbe una parentesi 'cappa e spada', licenziando titoli quali Jolanda, la figlia del Corsaro nero, ll sogno di Zorro e anche questo Le avventure di Mandrin, che ha però origini letterarie certamente care al regista/scrittore: è infatti tratto dall'omonimo romanzo di Giorgio Bassani, che ha anche scritto la sceneggiatura del film insieme a Soldati, Augusto Frassinetti e Vittorio Nino Novarese (che è anche costumista). Ma, al di là di questa nota e della solita professionalità dei cast del regista, c'è poco da ricordare in questa pellicola piuttosto convenzionale, fatta di amori melodrammatici e coraggiosi antieroi dalla morale e dalle idee più forti di qualsiasi sfida (persino della morte, come nel finale). Fra gli interpreti si segnalano Raf Vallone, il protagonista, elemento di richiamo per il pubblico femminile; Aberto Rabagliati, Silvana Pampanini, Gualtiero Tumiati (già nell'Eugenia Grandet e nel Daniele Cortis di Soldati) e i francesi - voluti dalla co-produzione - Jacques Castelot e Michele Philippe. Nel cast tecnico, la fotografia dell'esperto Mario Montuori, già accanto al regista per Zorro e O.K. Nerone, e il montaggio di Roberto Cinquini, ancora alle prime armi e che avrebbe in futuro lavorato spesso con Totò (Un turco napoletano, Totò lascia o raddoppia?, Arrangiatevi! e molti altri titoli). Le avventure di Mandrin, a conti fatti, per quanto sia un lavoro sufficientemente curato non è assolutamente titolo memorabile all'interno della filmografia di Soldati. 4,5/10.
Avventure e disavventure di Mandrin, da soldato a brigante, ricercato dall'esercito francese, nella Savoia del Settecento.
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